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Più pasti per i poveri nelle mense gestite dai Gruppi di volontariato vincenziano. Da oltre 290mila pasti annui, offerti oggi, a quasi 400mila. Una delle mense è attiva da molti anni anche a Lecce in via Petraglione, meglio conosciuta come la “mensa di suor Annamaria”.

Una missione possibile grazie a un finanziamento erogato dal Fondo beneficenza Intesa San Paolo. L’intervento riguarda tutto il territorio nazionale. Si tratta di un piano concreto di aiuto per “aumentare il numero di persone accolte e servite”, spiegano dal Gruppo. Ma l’obiettivo non è solo quantitativo. È anche qualitativo. All’origine vi è l’intenzione di migliorare l’offerta di alimenti, con pasti che comprendano carne e frutta in base all’orario di distribuzione, “mantenendo comunque l’offerta tradizionale di pasto caldo con un primo piatto”. Tra gli altri traguardi del progetto, quello di allestire “pranzi speciali”, con tutte le portate di un pranzo di festa, per la Giornata con il povero e per le festività.

L’impegno dei Gruppi vincenziani per i poveri in Italia. I Gruppi di volontariato vincenziano distribuiscono attualmente oltre 290mila pasti in un anno sul territorio nazionale, in mense di piccole e di medie dimensioni, da soli o in rete con altri soggetti. L’attenzione, in particolare, si è focalizzata in alcune aree in cui “le necessità aumentano e le risorse a disposizione diminuiscono”.

Il riferimento è alle mense di Verona, dove sono in continua crescita le richieste di anziani e immigrati, della Campania, della Sicilia, dell’Abruzzo, anche per le criticità del post terremoto, a L’Aquila e a Chieti. Numerose le richieste che provengono anche da Milano, Como e Pavia, in Lombardia, e dalla Toscana, “per gli effetti incrociati di crisi e immigrazione”, spiegano i volontari. La disoccupazione è la principale ragione per la quale ci si rivolge alle mense in Sardegna. Nella Capitale, viene indicato in crescita il numero dei senza fissa dimora, dei disoccupati e degli anziani, che chiedono aiuto al centro sociale.

È per questo motivo che a Roma “siamo costretti a fare più turni”. La giornata dei volontari inizia alle 5 del mattino con le lodi per coloro che sono di servizio, poi continua con la preparazione e la distribuzione delle colazioni, col servizio docce e lavanderia, con la distribuzione biancheria e con la custodia bagagli.

I beneficiari del progetto della mensa. Il progetto “mensa” è indirizzato alle persone in stato di bisogno. Tutti vengono accolti nelle mense vincenziane, senza alcuna distinzione, e vengono soddisfatte, finché possibile, anche specifiche esigenze alimentari, perché, in tutte le mense, “si tiene conto dei precetti delle diverse religioni presenti nel Paese”. Con il contributo di Banca Intesa si punta a migliorare l’offerta delle mense dei Gruppi di volontariato vincenziano con alimenti come la carne, i cibi per la prima infanzia e per le esigenze dell’età scolare, la frutta. La tipologia degli utenti varia in base alle località e al servizio.

Mense “a misura del creato”. Le mense che beneficiano del finanziamento sono 19. E spaziano da Trapani a Como, da Lecce a Olbia, passando per Roma e Milano. Il gruppo più giovane dei volontari vincenziani è quello di La Spezia: sia perché nato nel 2016 sia perché formato da persone di età media intorno ai 40 anni. Una mensa piccola per dimensioni è attiva a Santa Margherita Belice, in provincia di Agrigento. Ma è tra le più longeve per attività e impegno in favore dei poveri. A Verona, invece, la mensa è grande e in servizio ogni giorno: fra le persone aiutate, molti i cittadini provenienti da altri Paesi. Nel suo dna anche iniziative che guardano alla cura dell’ambiente. Il Gruppo che la anima ha avviato la “liberazione dalla plastica usa e getta”, con uno sforzo per realizzare la raccolta differenziata.

 

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