Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha auspicato che iniziative come il convegno “Buon uso o abuso del web”, aperto dal suo saluto alcuni giorni fa, aiutino le diverse agenzie educative a «trovare il patentino adeguato per la navigazione» on-line dei più giovani.
Anche il vescovo Riccardo Lamba, delegato per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, all’inizio della mattinata di studio promossa dal Servizio diocesano dedicato, alla Pontificia Università Lateranense, ha osservato che «come Chiesa abbiamo il compito di favorire la trasmissione dei valori e del metodo più adatti per vivere in questo mondo».
Cinque gli esperti che durante il convegno hanno offerto spunti di riflessione importanti: il drettore dell’Uoc di psichiatria clinica e d’urgenza del Gemelli, che ha affermato: “all’iperconnessione si associa una grande solitudine” dei giovani. Tenuto conto di questo aspetto, per Federico Tonioni, docente di terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e di prevenzione, trattamento, riabilitazione e inserimento delle persone affette da dipendenza all’Università Cattolica di Roma, è importante che “i genitori promuovano nei confronti dei figli atteggiamenti di fiducia piuttosto che di controllo”, poiché non si tratta tanto di “contare le ore di connessione” quanto di accorgersi dei disagi.
I ragazzi vivono immersi nello screen, come nel gioco digitale e sono una zona di comfort rispetto a avere relazioni e contraddizioni nella vita di ogni giorno.
Internet per i ragazzi è un luogo sicuro, che non chiede energie, non pretende nulla ed è privo di aspettative nei loro riguardi. Carlo Di Noto, direttore di Meter Onlus, ha ricordato ai genitori che “il più grande fallimento di questa generazione di adulti, è avere abbandonato i bambini e i ragazzi in rete”
Le conclusioni del convegno sono state affidate a Vittoria Lugli, referente del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e coordinatrice del Lazio., che ha auspicato la nascita di nuovi gruppi di riflessione per diventare parte attiva e attuare una nuova cultura di connessione, soprattutto tra genitori e figli, e per entrambi una vera educazione digitale.