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È un dato di fatto: in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia vive la maggioranza delle famiglie povere, ci sono meno servizi per l’infanzia e un tasso di dispersione scolastica ben sopra la media nazionale. Sono stati pubblicati i dati sul divario territoriale, a svantaggio del Meridione, sulla tutela dell’infanzia.

 

 

 

Secondo il più recente Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia del Csvi, la regione più pericolosa è la Campania, preceduta da Sicilia, Calabria e Puglia. La povertà assoluta colpisce nel Paese quasi 1,4 milioni di bambini (14,2%), in quasi 762mila famiglie. Al Sud si trovano le Regioni con la maggior percentuale di famiglie povere, salite al 23,2% dal 18,3% del 2020 (18,6% al Nord; media nazionale 11%). Fanalini di coda Puglia (27,5%), Campania (22,8%), Calabria (20,3%), Sicilia (18,3”). E se nel 2022 in Italia è diminuita la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, non è invece stato così al Sud, che resta l’area con la maggior percentuale di individui a rischio (40,6%).

Del divario «troppo alto» tra «esigenze e risultati» ha parlato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: I dati fotografano, una situazione inaccettabile di minori che versano in condizioni di povertà». «L’impegno richiesto per una tutela effettiva dei diritti dei fanciulli è ben lungi dall’essersi esaurito – ricorda Mattarella –. Le bambine e i bambini hanno diritto a pari opportunità nella vita, hanno diritto di essere ascoltati, accettati e di vivere la loro età. Hanno diritto alla pace. Riconoscere in concreto e promuovere questi diritti, fornendo gli strumenti per diventare adulti consapevoli, vuol dire offrire a tutti noi la speranza di un futuro migliore».

In un quadro nazionale che vede impoverirsi sempre di più tutti i cittadini, da Nord a Sud, il prezzo pagato dai bambini e dai ragazzi è senza ombra di dubbio, il dato più allarmante.

 

Forum Famiglie Puglia