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“Anche in Italia ci sono 2,7 milioni di persone che sono state costrette a chiedere aiuto per il cibo da mangiare”. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in occasione della diffusione da parte di agenzie Onu del rapporto su “Lo stato della sicurezza alimentare e nutrizione nel mondo 2019”.

“Ad avere problemi per mangiare ci sono - rileva Coldiretti - oltre la metà dei 5 milioni di residenti in Italia che, secondo l’Istat, si trovano in una condizione di povertà assoluta sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea)”.

“La stragrande maggioranza di chi è stato costretto a ricorrere agli aiuti alimentari - prosegue la nota - lo ha fatto attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) che per vergogna prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli”.

“Infatti - sottolinea Coldiretti - sono appena 113mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,36 milioni che invece hanno accettato l’aiuto delle confezioni di prodotti. Ma ci sono anche 103mila persone - aggiunge l’associazione - che sono state supportate dalle unità di strada, gruppi formati da volontari che vanno ad aiutare le persone più povere incontrandole direttamente nei luoghi dove trovano ricovero”.

Nel 2018 si segnala inoltre il nuovo fenomeno degli empori sociali, veri e propri negozi dove gli indigenti possono fare la spesa gratuitamente attraverso delle tessere, di cui hanno beneficiato in circa 84mila. Non manca chi viene assistito direttamente a casa (24mila). Tra le categorie più deboli degli indigenti si contano - continua Coldiretti - 453mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 197mila anziani sopra i 65 anni e circa 103mila senza fissa dimora.

 

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