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Integrazione e sperimentazione per condividere e applicare le buone prassi dei diversi territori coinvolti. Ha fatto tappa, oggi, nella sala consiliare della Provincia di Lecce, a Palazzo dei Celestini, la prima giornata della study visit (articolata in 3 giorni), prevista dal progetto Meet 2In.

Il progetto coinvolge la Provincia di Lecce in qualità di partner e la Fondazione Casa della Carità di Lecce come capofila per il territorio di Lecce oltre alla Caritas diocesana.

Sono intervenuti all’incontro Andrea Romano, in rappresentanza dell’Ufficio di Presidenza della Provincia di Lecce, mons. Michele Seccia, arcivescovo di Lecce, mons. Luigi Manca, delegato ad omnia della diocesi e presidente della Fondazione Casa della Carità, don Nicola Macculi, direttore Caritas Lecce, Silvia Miglietta, assessore del Comune di Lecce e Claudio Sergi, dirigente Area Diritti Civili, Cittadinanza, Condizione Giuridica dello Straniero, Immigrazione e Diritto D’Asilo della Prefettura di Lecce.

Presenti i rappresentanti dei territori coinvolti a livello nazionale, in particolare le Caritas e gli enti locali di Lecce, Agrigento, Brescia, Firenze e Trieste. Nel corso della study visit leccese, i partner italiani del progetto hanno condiviso e discusso i know how in tema di integrazione dei cittadini di Paesi Terzi.

“Quando sono arrivato a Lecce - ha detto l’arcivescovo Michele Seccia salutando i presenti - mi sono subito sorpreso positivamente per quanto questa Chiesa locale si spende e con quanti e variegati servizi a favore degli ultimi e soprattutto delle persone immigrate. La Casa della carità anzitutto con i suoi volontari e operatori e poi tutte le grandi opere, forse piccole ai nostri occhi. Ma infinitamente grandi agli occhi di Dio”.

“Non mi sono limitato a complimentarmi - ha concluso Seccia - con chi offre il proprio tempo e la propria vita per i poveri. Ho incoraggiato a continuare il lavoro silenzioso e prezioso ma soprattutto ho chiesto di fare rete. Di lavorare insieme e in sintonia: in comunione per dirla con una parola che mi sta più a cuore. Solo così si possono raggiungere i grandi obiettivi. Il progetto di cui parliamo oggi mira proprio a questo: a fare rete per condividere le buone prassi che consentono l’accoglienza e l’integrazione”.

Obiettivo generale del progetto, infatti, è l’accrescimento della conoscenza da parte di operatori sociali, amministratori pubblici e policy maker di politiche e prassi operative per l’integrazione di cittadini di Paesi Terzi regolarmente soggiornanti, sia a livello europeo che nazionale, al fine di individuare modelli di intervento sociale capaci di ispirare politiche d’integrazione che rafforzino la coesione sociale.

Tra le finalità specifiche del progetto c’è lo scambio a livello europeo e nazionale di politiche, modelli d’integrazione e pratiche operative tra i partecipanti. A livello internazionale fanno parte del progetto le Caritas di Finlandia, Portogallo, Spagna, Germania, Svezia, Grecia, Belgio.

 

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