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Allarmanti i dati del Rapporto della Caritas nazionale pubblicato nei giorni scorsi sulle povertà in Italia. La ‘fotografia’ della Caritas riguarda l’anno 2017 e registra l’aumento esponenziale dei poveri nel nostro paese.

Don Antonio Murrone, parroco nella periferia di Lecce, che ben conosce storie e situazioni di chi vive ai margini, ha preso carta e penna e ha rivolto un appello non solo alle istituzioni ma anche a tutti quegli organismi che in maniera autonoma e isolata (e non solo ambito cattolico) di fatto da sempre svolgono azioni di solidarietà per i più dimenticati. Sollecitando un seguito a quel protocollo d’intesa firmato un anno fa in occasione della I Giornata dei poveri indetta da Papa Francesco e che ad oggi è  rimasta – a suo dire – lettera morta.

“Di fronte ai risultati del report nazionale della Caritas – scrive don Antonio, parroco di San Massimiliano Kolbe (quartiere Stadio) e direttore dell’Ufficio delle comunicazioni sociali della diocesi -  e che dà grande risalto ai dati sulla povertà, è facile ricordarsi per un attimo anche dei poveri,mentre parrocchie, associazioni agiscono tutto l'anno senza alcun tipo di supporto ma in totale autonomia e grazie alla generosità dei privati, cercando di rispondere, per quanto possibile ai tanti bisogni che si presentano giornalmente, tra l'indifferenza di tanti”.

“E strumenti – prosegue il parroco – come il Reddito di inclusione, Reddito di dignità  e il nascituro Reddito di cittadinanza non risolveranno i problemi alla radice. La povertà assoluta, busserà sempre alla porta e con gli stanziamenti fissati dalla legge di bilancio si potrebbe raggiungere un buon risultato. Occorre però, avere la certezza che questi fondi saranno utilizzati per sanare le situazioni più disperate della gente del nostro Paese e delle nostre città”.

“Ma i cosiddetti ‘invisibili’  - si chiede il direttore dell’Ufficio comunicazioni -, quelli che incontriamo buttati per strada di notte saranno mai raggiunti da qualche forma di sostegno economico?”. 

“È necessario – è l’invito di don Murrone - ripartire dagli ultimi tra gli ultimi per sviluppare una proficua catena di solidarietà. E quanti si dedicano ogni giorno alle povertà, dovrebbero strutturarsi meglio, per rispondere in maniera adeguata. È mai possibile che nella nostra città non si riesca a creare una rete solidale vera ed effettiva? Ci sono fenomeni nuovi di povertà: dalle donne sole, senza casa e lavoro, ai padri separati, a chi perde il lavoro, alle famiglie senza cibo, senza acqua, senza energia elettrica, alle persone spesso sole nelle case”.

“Sono tante – conclude -  le forme di povertà anche nascoste ma purtroppo non esiste coordinamento  di tutta le realtà che operano concretamente nella nostra città. Al netto della grande opera quotidiana della Caritas diocesana, per il resto ognuno va per la sua strada. Un appello lo lancio al nuovo prefetto perché possa avviare un tavolo istituzionale che metta insieme le parrocchie, le associazioni, il volontariato organizzato… affinché presto nasca un percorso condiviso e strutturato che recepisca tutte le esigenze e si muova in armonia per provare a dare risposte efficaci”.

 

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