Da oggi possono salvare vite i ventilatori polmonari donati da Papa Francesco al “Vito Fazzi”. I due respiratori di ultima generazione consegnati dall’Elemosiniere apostolico all’arcivescovo Michele Seccia il 24 aprile scorso, giorno dell’onomastico di Bergoglio, sono stati montati e sono pronti per essere utilizzati.
Come si ricorderà fu il card. Konrad Krajewshi a venire di persona a Lecce partendo dalla Città del Vaticano, da solo con il furgone e arrivare in Piazza Duomo, come gli aveva chiesto il Papa. Lo sottolineava l’Elemosiniere stesso: “il Santo Padre preferisce che si consegni di persona ciò che egli destina agli ultimi”.
Arrivato nel primo pomeriggio accolto dall’arcivescovo e dai suoi collaboratori, un pranzo veloce e poi l’incontro con il direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo. Un primo tentativo di consegna in Piazza Duomo. Poi la scelta: inutile scaricare due volte. E via al Dea lui e l’arcivescovo, mediatori della carità del Papa.
Al Centro Covid, infine, la battuta che è una delle chiavi di lettura più efficaci del pontificato di Francesco: quando i magazzini dell’Elemosineria e il conto della carità del Papa sono vuoti è segno buono. “È l’economia del Vangelo - concluse il card. Krajewski”.
Oggi l’ultimo atto, sempre nel segno della solidarietà tra "soldati" sullo stesso campo di battaglia e che combattono lo stesso "nemico", la malattia. Il primario di anestesia e rianimazione, il dott. Giuseppe Pulito, li ha ‘regalati’ alla terapia intensiva della cardiochirurgia del “Fazzi” e andando ad arricchire con tecnologia ancor più avanzata di quella già presente, un reparto alle prese sempre con casi difficili.