Perché un bambino di 11 anni arriva a suicidarsi per un gioco sul web? È quello che è successo a Napoli nella notte tra il 28 e il 29 settembre scorso.
Un bambino dalla vita spensierata e serena, solare e giocoso, come lo descrivono tutti. L’interrogativo inquietante è: come difendere i giovani dalle insidie del web?! Nella rete troviamo cyberbullismo, cyberstalking, pedofilia e anche le challenge: sfide, prove di crescente pericolosità che possono condurre sino all’omicidio e al suicidio. È notizia recente la scoperta di una studentessa veneta che stava progettando sui social di uccidere i genitori.
La vulnerabilità dei giovani richiede un’attenzione continua ai segnali che lanciano, e il sito della Polizia postale fornisce alcuni strumenti di prevenzione: mutamenti di comportamento al pc o al telefonino, scegliere una sim ricaricabile, per monitorare il traffico telefonico, installare firewall (filtro contro le minacce web) per vigilare sullo scambio di dati con l’esterno, cercare di posizionare il pc in una stanza centrale della casa per controllare meglio la cronologia e il contenuto dell’attività sul web.
Ma una cosa molto importante è insegnare ai ragazzi a non incontrare mai chi hanno conosciuto sul web e, fondamentale, rimane il colloquio costante con loro per prevenire solitudine ed esigenza di comunicare solo con il mondo esterno.