Nonostante il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, appena entrato in vigore, non vieti l’ingresso nelle chiese e lo svolgimento delle funzioni liturgiche in presenza del popolo, è risultato necessario sospendere a Francavilla Fontana il pellegrinaggio della reliquia insigne di Sant’Egidio Maria da Taranto.
La reliquia del santo francescano, si tratta di un femore racchiuso in un’artistica teca di argento dorato, era stata accolta a Francavilla nella parrocchia Maria Santissima della Croce la sera della festa di Ognissanti, quale primo segno del Giubileo parrocchiale che è stato aperto solennemente in quello stesso giorno dal vescovo di Oria, mons. Vincenzo Pisanello, con la messa pontificale concelebrata dal Ministro provinciale dei frati minori di Lecce, Padre Paolo Quaranta, alla presenza dei parroci che dal 1971 ad oggi si sono succeduti nell’azione pastorale, guidati dall’attuale parroco fra Giancarlo Greco.
L’inserimento della Puglia tra le regioni arancione, con livello di contagio intermedio, ha comportato il divieto di spostamenti tra comuni. Da qui l’inevitabile e sofferta decisione di interrompere il pellegrinaggio e riportare a Taranto la reliquia del santo francescano. Con molta probabilità, la Parrocchia della Madonna della Croce di Francavilla Fontana sarà l’unica tappa per il 2020 di questo importante e atteso evento che in questo anno avrebbe coinvolto anche Manduria (6-13 novembre), Galatina-Soleto (13-20 novembre), Leverano (20-27 novembre), Galatone (27 novembre-4 dicembre), Lecce (4-11 dicembre), Squinzano (11-18 dicembre), protraendosi nel 2021 con le tappe di Brindisi (8-15 gennaio), Martina Franca (15-22 gennaio), Castellaneta (22-29 gennaio) e concludersi a Taranto con le celebrazioni e gli incontri previsti dal 31 gennaio fino al 7 febbraio, festa liturgica del santo tarantino.
La “peregrinatio aegidiana” è stata voluto dai frati minori del convento di San Pasquale a Taranto quale evento di preparazione al venticinquesimo anniversario di canonizzazione dell’umile fraticello, avvenuta il 2 giugno 1196 per volontà del papa santo Giovanni Paolo II. Vissuto tra il 1729 e il 1812, Sant’Egidio da Taranto (è tipico della tradizione francescana associare il nome di battesimo a quello della città natale) non sapeva né leggere né scrivere, non ha lasciato libri, ma solo pochi oggetti, eppure sono migliaia i fedeli da ogni parte del mondo si rivolgono a lui con fiducia e certi di essere ascoltati dal santo che è ricordato come il “consolatore di Napoli”.