Una mattinata di bilanci di fine anno ma soprattutto di festa nella scuola media “Quinto Ennio” di Lecce, per l’arrivo, tra la sorpresa e la gioia generali, dell’arcivescovo Michele Seccia.
Ieri mattina, infatti, la dirigente scolastica Cristina Longo, i docenti, gli amministrativi, i collaboratori scolastici e soprattutto gli alunni che frequentano l’istituto nelle vicinanze di Piazza Mazzini hanno avuto l’onore di ricevere la visita e di accogliere a scuola l’arcivescovo in persona.
Nella palestra scoperta della scuola, dopo un breve saluto della dirigente scolastica, le docenti referenti del percorso curricolare dal titolo “Il culto di Sant’Oronzo”, hanno presentato le attività svolte nell’ambito dell’iniziativa didattica: riscoperta del territorio con le tradizioni religiose, popolari, culinarie, musicali legate alla figura del santo patrono di Lecce corredata dalle visite guidate a Turi e Ostuni, città legate come Lecce al culto del grande protovescovo martire.
È stato illustrato anche il Progetto di educazione all’affettività, ovvero di prevenzione al bullismo e cyberbullismo, con la proclamazione di alcuni testi poetici attraverso i quali i ragazzi hanno espresso il loro desiderio di rispetto e amore verso il prossimo.
I ragazzi delle classi seconde hanno dimostrato la loro gioia con un festoso saluto di commiato sulle note de “La vita è bella”.
L’arcivescovo, esperto della vicenda storica e devozionale di Sant’Oronzo, nonché suo successore nell’episcopato, non si è sottratto alle domande e alle sollecitazioni dei ragazzi. Il sorriso e la semplicità che gli sono innati hanno fatto il resto riscuotendo l’immediata simpatia tra tutti i presenti.
“Riscoprire le nostre radici - ha spiegato Seccia ai ragazzi - e ricondurre il nostro presente a chi prima di noi ha costruito con fatica la storia, la cultura e la fede della nostra terra non è solo un atto di gratitudine ma è soprattutto un gesto di generoso coraggio e di umiltà. Se oggi noi siamo qui grazie all’impegno dei nostri padri. Da loro dobbiamo prendere esempio per costruire il nostro futuro e assicurare a chi verrà dopo di noi un mondo migliore di com’è quello di oggi”.