“Chi ha studiato con regolarità non ha motivo di preoccuparsi della Maturità. Chi invece si ricorda solo ora di questa scadenza evidentemente si affida alla buona sorte con qualche timore in più”. Ne è convinto il professore Sergio Cicatelli, coordinatore scientifico del Centro studi per la scuola cattolica (Cssc) dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei, commentando le novità introdotte per la Maturità 2019 a pochi giorni dall’inizio.
Maturità 2019, i cambiamenti
A 20 anni dall’entrata in vigore dell’Esame di Stato con la votazione in centesimi, i maturandi del 2019 - più di mezzo milione tra candidati interni ed esterni - saranno infatti chiamati a sostenere un esame in parte diverso da quello finora sostenuto dagli studenti nell’ultimo ventennio. “In questi 20 anni - spiega Cicatelli -, ogni 2-3 anni c’è stato qualche aggiustamento. Ora ci troviamo in presenza di qualcosa di più che un semplice aggiustamento”.
Dal “quizzone” alle tre buste
Variazioni sono state introdotte anche per la seconda prova scritta che assumerà un carattere multidisciplinare per tutti gli indirizzi di studio per i quali il Miur ha individuato più materie caratterizzanti. Per gli studenti degli Istituti professionali, inoltre, è previsto che la seconda parte della seconda prova sia predisposta dalla Commissione d’esame in coerenza con le specificità del Piano dell’offerta formativa dell’istituzione scolastica e della dotazione tecnologica e laboratoriale d’istituto.
Mandata in archivio la terza prova, concepita come test multidisciplinare con domande a risposta chiusa e aperta, con la Maturità 2019 si introduce il sorteggio della busta per ogni candidato che si appresta a sostenere la prova orale. All’interno saranno predisposti dalle singole Commissioni esaminatrici - in totale 13.161 per 26.188 classi coinvolte - materiali (testi, documenti, progetti, problemi) utili per poter avviare il colloquio. “C’è un elemento di aleatorietà in più con questa estrazione che – osserva il professore – non credo vada enfatizzata più del necessario perché la prova orale non si riduce agli argomenti estratti con la busta”. Nel corso della prova orale, infatti, ogni candidato potrà esporre l’esperienza svolta nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro) e dovrà rispondere a domande su Cittadinanza e Costituzione. Non si dovrà più presentare la “tesina”, “probabilmente una semplificazione di cui si sentiva il bisogno”, sottolinea Cicatelli, secondo cui “era un esercizio di retorica, inutilmente proposto per cercare di mettere a proprio agio gli studenti ma che, in realtà, significava iniziare nel 90% dei casi in maniera artificiosa, cercando magari collegamenti interdisciplinari che non reggevano alla prova dei fatti”. Suscita però curiosità - e negli studenti un po’ di timore - la scelta di affidare al caso l’inizio del colloquio: “Non credo che possa costituire un grosso problema - rileva il professore - e, secondo la logica che è stata inaugurata con questa revisione, probabilmente, tra due o tre anni, potremmo assistere alla sua cancellazione”.
“Millennials” impreparati?
Non sono mancate, anche in questi giorni, le polemiche rispetto al fatto che i maturandi poco sappiano dell’esame che dovranno affrontare. “C’è molto di stagionale in questo - sostiene Cicatelli - anche se gli studenti hanno qualche motivo per essere preoccupati”. “In realtà - prosegue - lo sono, per certi aspetti, perché questa preoccupazione è stata trasmessa dagli insegnanti. Rispetto a quanto successe 20 anni fa, quando il ministero promosse una campagna di informazione e formazione a tappeto in tutte le scuole superiori d’Italia per arrivare preparati - insegnanti e studenti - all’esame, questa volta si sono modificate le regole in corsa e quindi c’è maggiore insicurezza”. Quella del 2019 sarà poi la Maturità dei “millennials”, che non erano neanche nati quando venne introdotto l’esame con votazione finale in centesimi. Si tratta di un semplice “elemento di colore”, spiega il professore, constatando che “i maturandi di oggi sono sicuramente diversi dai loro compagni che hanno sostenuto l’esame 19 anni prima”. “Ma il passaggio di generazione, che una volta veniva calcolato ogni 20-25 anni, oggi si è abbassato ad ogni 5 anni. Così - prosegue - dentro lo stesso istituto superiore gli studenti che si preparano alla maturità appartengono di fatto ad una generazione diversa di quelli che si apprestano ad entrare per il primo anno. Oggi, 5 anni sono già significativi per notare differenze generazionali, culturali, nello stile di formazione, nella categorie fondamentali di riferimento”. “Questa accelerazione delle trasformazioni culturali – osserva Cicatelli – incide anche sulla scuola e sui costumi degli studenti”.
Il segreto del successo
In questi giorni è un rincorrersi di consigli e suggerimenti per i maturandi. Non poteva mancare l’indicazione del prof. Cicatelli: “Affrontate l’esame di maturità con la giusta serenità. È utile e funzionale alla stessa riuscita dell’esame che ci sia una certa dose di stress, ma senza esagerare” anche perché “la Maturità nelle sue diverse versioni ha sempre garantito un tasso di promozione intorno al 98%”. “Si tratta di un esame importante - conclude - che va affrontato con serietà e che non può essere affrontato sulla base di uno studio matto e disperatissimo dell’ultima settimana. Dev’essere preparato sulla lunga distanza”.