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Niente manifesti, niente comizi, niente porta a porta. Insomma niente campagna elettorale per l'elezione del nuovo presidente della provincia di Lecce. Per la seconda volta se lo sceglieranno tra tra loro e loro come prevede la legge.

Portalecce ha pensato, dunque, senza voler influenzare la libertà di voto di alcuno dei "grandi elettori" di offrire loro un 'aiutino' perché tengano conto anche dell'aria che tira tra la gente, cui la legge ha negato il diritto di essere democraticamente rappresentata. Nulla di scientifico naturalmente e nemmeno la tentazione di emulare i grandi sondaggisti che spesso influenzano anche l'umore delle persone che li seguono. Solo l'istinto democratico (ma non esaustivo ed oggettivo) di voler far conoscere le intenzioni di voto dei cittadini che vorranno rispondere al nostro (quasi) sondaggio sulla nostra pagina Facebook. L'illusione? Che nel chiuso dell'urna ogni amministratore-elettore tenga conto anche di qualcos'altro e non solo di ciò che i "capitribù" hanno già deciso per tutti.

È vero, nulla si distrugge. Tutto si trasforma. E non solo in natura. Anche in politica. L'ennesima promessa disattesa della scomparsa delle province alla fine è diventata un altro gioco di prestigio. Con l'aggravante che il livello di non rappresentatività si alzato ancora di più: per le province - e questo lo sappiamo già da quattro anni - non sono più previste elezioni dirette.

Succede per le province. E ormai ci abbiamo fatto l'abitudine: enti malati di camaleontismo che continuano ad esistere e a consumare notevoli risorse nonostante l'altrettanto ragguardevole taglio dei finanziamenti. Perché il nuovo ente - che di fatto è un'assemblea formata dai sindaci dei comuni che ricadono in quel territorio, da un presidente eletto tra i sindaci e da un consiglio provinciale formato da 10 a 16 membri eletti tra gli amministratori dei comuni interessati - continua ad essere uno dei tanti palazzi del potere e della politica nel senso meno nobile del termine.

La Legge Del Rio del 2014, anno di nascita del nuovo 'miracolo italiano', ha previsto infatti che il nuovo ente continuerà ad occuparsi di edilizia scolastica, di tutela e valorizzazione dell’ambiente, di trasporti e di strade provinciali. In sostanza le stesse competenze di prima seppur con meno soldi in entrata dai trasferimenti statali. Di questioni, cioé che non riguardano soltanto le stanze dei bottoni ma interessano la vita ordinaria dei cittadini ormai non più elettori. Perché il 'miracolo italiano' ha previsto a tavolino che la politica dei salotti e delle riunioni notturne non solo scelga i candidati ma anche l'eletto.

E allora, perché il 'miracolo' non sia un privilegio per pochi - sempre che di almeno uno dei due candidati abbiate una benché minima conoscenza - vi invitiamo a partecipare al nostro (quasi) sondaggio e a votare uno tra Marra e Minerva. Avete tempo fino alla mezzanotte di domenica 21 ottobre per offrire un 'aiutino' ai vostri amministratori.

La sera del 31 ottobre, almeno questo è certo, il cognome del nuovo presidente della Provincia di Lecce inizierà per "emme". Come miracolo.

 

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