In una serata dalla temperatura mite e senza vento il Lecce sbatteva contro il muro del Verona. Le avvisaglie si erano avute a inizio gara, anche se la partita ha avuto la sua svolta solo nella ripresa. La partita di Strefezza era lo specchio del Lecce. Mai visto così in difficoltà il brasiliano e alla fine anche la Nord iniziava a non crederci più.
Scendeva in campo un Lecce confusionario e incapace di poter dare una stoccata decisiva al campionato e assicurarsi quei punti salvezza tanto sospirati. Il Verona schierava una squadra di assalto con Djuric, Lazovic e Verdi in avanti e meritava i tre punti.
Mister Baroni metteva in campo la formazione classica con Oudin a centrocampo e il tridente offensivo composto da Ceesay, Strefezza e Di Francesco.
Dal punto di vista tattico, la gara rispecchiava le caratteristiche delle due squadre. Il Lecce era aggressivo, verticale, rapido, mentre il Verona puntava molto sui lanci verso Djuric che aveva il compito di far salire la squadra. La partenza era di marca salentina. I giallorossi agivano con intensità, ma dopo due minuti su cross di Lazovic che ubriacava Gendrey, Djuric colpiva la traversa. Il Lecce, colpito nell'orgoglio, aggrediva ogni pallone e Hjulmand mostrava subito gli artigli. La manovra dei salentini era avvolgente e gli esterni si proponevano con continuità ma erano imprecisi nei cross. La partita era anche spigolosa e nervosa, con Massa che doveva sedare gli animi. Il Verona si schierava con un 3-4-2-1 ed era pericolosissimo con Lazovic che, per la seconda volta, dopo aver saltato Strefezza, pennellava sulla testa di Djuric, al 10'. Falcone era reattivo e salvava, ma il Lecce faticava a trovare le contromisure.
I salentini erano contratti e Hjulmand si doveva abbassare molto per controllare Duda e Verdi, messi da Zafferoni dietro Djuric.
Allora, Baroni chiedeva agli esterni di accentrarsi e così Gendrey aveva una buona occasione al 17', ma il suo tiro veniva respinto. Poi Massa iniziava a tirar fuori i cartellini gialli. Il Lecce tremava su ogni palla alta messa in area di rigore e la squadra era lunga e sfilacciata. Anche il pressing non era fatto con i tempi giusti. Allora i salentini provavano con le ripartenze di Ceesay. Intorno al 25' la Nord iniziava a cantare e sembrava dare nuovo impulso ai salentini. In verità, gli scaligeri erano più ordinati e, nel complesso, occupavano meglio il campo, costringendo i giallorossi sulla difensiva. Solo Hjulmand pareva reggere il confronto a centrocampo, mentre Oudin e Blin correvano a vuoto. Quando poi non attaccavano gli spazi Gallo e Gendrey la manovra ne risentiva. Provava Strefezza ad accentrarsi, visto che il Verona presidiava bene le fasce, ma i suoi lanci erano imprecisi. Intorno al 33' saliva in cattedra Blin, e al 35' Gallo provava il tiro dalla distanza senza esito. La fisicità dei veneti era impressionante e si vedeva chiaramente che la squadra di Zafferoni era tutt'altra cosa rispetto alla gara persa 6-0 contro l'Inter. Hien aveva sempre la meglio si Ceesay, Oudin e Blin non rischiavano la giocata e i lanci per il tridente provenivano dalle retrovie (leggasi Baschirotto e Umtiti). Comunque il Lecce aveva il merito di non subire ulteriormente e al 45' la rovesciata di Di Francesco chiudeva il primo tempo.
Nella ripresa, nessuno dei due mister effettuava i cambi e la gara assumeva lo stesso copione della prima frazione.
Al 4' Blin andava vicinissimo al vantaggio su angolo battuto da Oudin, ma la palla terminava fuori di poco. Di Francesco seminava il panico fra gli avversari e negli spazi larghi andava a nozze. Anche Oudin migliorava la propria prestazione e ne beneficiava il centrocampo salentino. I giallorossi collezionavano angoli a ripetizione ed erano pericolosi. Quando poi Gallo riusciva a servire Di Francesco in area, al 10', il Lecce sfiorava il vantaggio, ma purtroppo la manovra era troppo spezzettata. E rimaneva inalterato il problema del gol. Al 14' era ancora su corner che il Verona impensieriva Falcone per ben due volte.
Di Francesco e Strefezza, a turno, cercavano di cucire il gioco e anche Umtiti provava la progressione offensiva, ma le impreciosoni tecniche rendevano vane queste soluzioni tattiche. In realtà anche il Verona diminuiva la pressione. I salentini ne approfittavano e avevano due occasioni fra il 21' e il 23' ma Gallo e Di Francesco non ne approfittavano. Al 25' arrivava la svolta col gol di Ngonge che, dal cilindro, estraeva un destro imprendibile per Falcone. Proprio nel momento migliore dei giallorossi il Verona annotava e gelava il Via del Mare.
Finalmente Baroni cambiava e inseriva Banda e Gonzalez, togliendo Di Francesco e Blin. Il Lecce ci provava con la foga agonistica e al 33' Banda colpiva il palo, ma era in offside. Al 35' anche Gonzalez si inscriveva tra coloro che non sfruttavano l'occasione propizia. Al 37' il Lecce cambiava modulo e Colombo e Ceesay giocavano insieme. Subito se ne vedevano le potenzialità, quando Ceesay metteva un pallone invitante al centro ma Colombo era in ritardo.
I salentini collezionavano punizioni e angoli, ma non creavano insidie. Il finale era convulso, ma il Lecce, oltre al cuore, non ingranava e gli errori tecnici si sprecavano, tanto che la Nord contestava fortemente.