Questa volta, no! Ancora non ci credo. Il gol di Piccoli cambia la storia di una trama già scritta e il gol di Dorgu dà 3 punti al Lecce al 93. Sì, perché tre indizi fanno una prova.
Il Lecce sprofonda nella ripresa, dopo un primo tempo stupendo. Il calo è di concentrazione e il secondo gol di Beltran, o meglio di Falcone, lo certifica. Detto ciò, potremo fare un copia ed incolla della gara col Genoa o di quella con la Lazio e non cambierebbe molto. Ma questo fino al 90. Ci sono i cambi del mister che prima varia il modulo (4-2-4) e poi gli uomini. Le prova tutte il mister e ha ragione. Anche Giua nella ripresa ammonisce a senso unico, cioè giallorosso.
Così, dopo il palo colpito in avvio di gara da Kaba e il mancato tap in di Almqvist, tutto il via del Mare vedeva la streghe e invocava maggior precisione e cinismo. Il copione era già visto e i recenti ricordi lo certificavano. Anche questa volta i gufi appaiono all'orizzonte. Eppure, quando parte Krstovic e Almqvist taglia dall'altro lato, si vede che D'Aversa ha chiarito ai suoi attaccanti che devono star più stretti e fraseggiare meglio. Quei due fanno diventare viola dalla paura la Fiorentina e il vantaggio firmato da Oudin è servito. Anche stavolta però gioca il suo ruolo il Via del Mare che si vede togliere per questione di centimetri il rigore, pur fischiato da Giua ma rettficato dal var. Ma, se c'è Remis, allora meglio la punizione del penalty ed lo strameritato 1-0 brilla sul tabellone. Se poi Banda avesse preso l'ascensore al 22' su cross di Almqvist allora sarebbe stato subito il raddoppio del tridente più bello di inizio stagione. A conferma di ciò, qualche minuto dopo, è Krstovic a colpire il palo su cross di Banda. È il segno che quel trio è bello ma impreciso sebbene le ripartenze salentine siano micidiali. Questo è il primo tempo.
La ripresa però si apre con la doccia fredda del pari toscano, dove Falcone poteva fare meglio sul tiro di Mandragora. Poi ci pensa sempre Falcone a regalare l' 1-2 a favore dei viola, trasformando un passaggio in difesa in una papera che gela il via del mare. La Fiorentina non gioca eppure controlla con una facilità allarmante e con uno sterile possesso palla fatto solo per innervosire l'avversario. Il finale però è incredibile, D'Aversa mette la doppia punta e Piccoli e Dorgu la ribaltano quando al via del mare nessuno ci credeva più. Veniamo ora alla cronaca.
Serata fresca e frizzante al Via del Mare, dove il Lecce doveva cercare di far punti a tutti i costi. D'Aversa sostituiva Ramadani (squalificato) con Blin, mentre per il resto confermava la solita formazione, con l'innesto di Banda dal primo minuto. Oudin era riproposto a centrocampo,dopo l'ottimo primo tempo di Genova. La Viola di Italiano presentava invece il nuovo acquisto, Faraoni e in attacco Nzola era assistito da Beltran. I giallorossi prima della gara si stringevano in cerchio, cercando la giusta carica per scacciare la crisi di risultati. La Fiorentina inizia a produrre il suo bel gioco, fatto di fitte trame e propone tanto movimento sugli esterni: soprattutto a sinistra Sottil è insidioso e si scambia spesso con Biraghi. Così i primi sei minuti il Lecce non tocca alcun pallone. Al 7', però, in ripartenza i salentini conquistano una punizione dai trenta metri e il seguente cross di Oudin taglia tutta l'area di rigore, senza trovare la deviazione vincente.
A differenza delle ultime gare, Nzola e Beltran sono molto vicini. Occasione per il Lecce al 10: cross di Gallo penellato su Kaba che colpisce la traversa e sulla ribattuta Almqvist spara sul portiere da ottima posizione.
Al 13' il Lecce conquista una punizione dal limite, visto che il fallo viola non era in area e pertanto la decisione arbitrale del rigore è modificata dal Var. Sulla palla va Oudin che sfrutta il cattivo posizionamento della barriera e beffa Terracciano sul primo palo. Al 23' Almqvist fa bene anche la fase difensiva tra gli applausi di D'Aversa, che predicava concentrazione massima ed è in piedi sempre sul pezzo. Al 26' Krstovic è lesto a sfruttare il cross di uno scatenato Banda, ma la sua conclusione si abbatte sul palo. Ora il Lecce è padrone del campo ma ha il torto di non raddoppiare pur creando tanto. I toscani arrancano e non costruiscono più. Imprecisione nei passaggi, voragini a centrocampo e così il Lecce ne approfitta salendo di baricentro. Al 35' la Fiorentina ha una occasione con il cross dalla sinistra che trova la conclusione sulla destra di Faraoni che finisce sul fondo.
Il finale della frazione di gioco è tutta viola, ma il Lecce copre bene tutti gli spazi e difende con 9 uomini sotto la linea della palla. Nel recupero, il Lecce ha la possibilità del raddoppio con Baschitotto completamente solo in area di rigore, ma Terracciano respinge sul secondo palo. Nella ripresa, Italiano si gioca subito le carte: Mandragora, Milenkovic e Belotti. La Viola è super offensiva, con un 4-2-4 spregiudicato. Al 3' della ripresa Krstovic ha la palla del raddoppio ma spreca incredibilmente anche se l'azione sembra viziata da irregolarità. Un minuto dopo la Viola pareggia con un tiro da fuori area di Mandragora. Al 55' una serie di rimpalli impensierisce Falcone che è reattivo e respinge l'insidia. Al 63' il Lecce ha l'occasione della vita con Banda che fallisce un rigore in movimento. Italiano mette anche Nico Gonzalez al posto di Sottil. La frittata è servita al 67 quando Falcone sbaglia il passaggio a Baschirotto e regala il vantaggio alla viola che da quel momento in poi pensa solo di gestire la gara con il possesso palla. Dopo non accade nulla, la Viola non gioca nemmeno molto ma controlla la gara. Il Lecce con i nuovi innesti invece prepara un assalto forsennato che agli ultimi minuti avrebbe regalato la prima vittoria casalinga di quest'anno. Anche se al minuto 88 bisogna registrare il rischio dei viola con Bellotti che si divora il momentaneo doppio vantaggio che avrebbe regalato uno scarto troppo difficile da colmare ma è il legno della porta di Falcone che sta vota salva i giallorossi e nei minuti di recupero compiono un impresa da manuale che rimmarrà negli annali di calcio prossimi. Ora le due trasferte di Torino e Bologna diventano decisive per proseguire e non sbagliare più.