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Appena passato il Natale, quasi a sconfessare ogni superficiale dolcezza e richiamare alla profondità del mistero sconvolgente che è stato celebrato, si fa memoria nella liturgia della “strage degli Innocenti”. È una festa molto antica, attestata in Occidente già nella prima metà del secolo V.

 

 

 

L’episodio è narrato nel vangelo di Matteo. Erode, vedendo che i Magi si erano presi gioco di lui e non erano tornati a riferirgli del Bambino a cui la Stella li aveva guidati, in preda alla paura che sempre il potere ha del piccolo e della sua regale autorità, ordinò che si uccidessero tutti i bambini al di sotto dei due anni, nel territorio di Betlemme e dintorni: un annuncio della morte che Gesù, l’innocente, sottratto per il momento alla furia di Erode, affronterà al compimento della sua ora, quando cioè l’opera per la quale è nato sarà compiuta.

Vittime innocenti della ostilità dei potenti verso la mite regalità di Cristo, i bambini uccisi da Erode sono come la primizia della moltitudine dei redenti che seguono l’Agnello quando si manifesterà la sua vittoria su ogni male.

Anche stasera 28 dicembre, alle 16, diventa così un'altra tappa del cammino di comunione pastorale che le comunità parrocchiali hanno avviato da tempo, un momento di riflessione e di festa che la comunità ecclesiale di Carmiano e Magliano vivrà con i bambini, i ragazzi e le loro famiglie in collaborazione con l'assessorato al welfare del comune di Carmiano. Un giorno in cui fare memoria comune dei tanti Innocenti che ancora oggi sono uccisi dall'odio umano e dalle guerre. La cronaca quasi quotidiana riporta notizie di bambini utilizzati per soddisfare piaceri perversi; condannati alla schiavitù; sfruttati nel lavoro nero; depauperati dei propri organi; scelti per il traffico di droga o di armi; abbandonati a loro stessi; morti di fame e di freddo.

Non c’è niente di più umanamente insostenibile del dolore dei bambini. Non c’è niente di più diabolico del dolore provocato ai bambini.

La memoria dei Santi Innocenti invita a ricercare i loro volti in quelli dei tanti bambini sofferenti di oggi, e a riscoprire in essi i lineamenti di Gesù.

 

 

 

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