Nell’arco temporale delle celebrazioni per il 1° Centenario della morte di don Filippo Smaldone, la Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, da lui fondata per uno scopo di redenzione e promozione dei fratelli del silenzio, vive nell’esultanza dello spirito, il 138° anniversario della fondazione, avvenuta in Lecce il 25 marzo 1885.
La data di nascita della famiglia religiosa è molto significativa. Come il mistero della salvezza dell’umanità passa attraverso il Sì di Maria all’annuncio dell’Incarnazione del Verbo nel suo seno verginale, così il mistero della salvezza di tanti fratelli sordi passa attraverso il Si di don Filippo a realizzare il disegno di Dio: farsi misericordia, rivelare il volto della carità verso i bisognosi e gli esclusi del tempo: i sordomuti.
Ripercorrere questa storia vuol dire ripensare all’impegno di tante generazioni di religiose che sono passate e godono l’abbraccio dello Sposo; esse costituiscono la tradizione spirituale e apostolica; hanno aperto nel tempo percorsi inediti di fede e di carità. La loro storia è la storia di chi, nella fedeltà al Fondatore, ha colto la voce dello Spirito e ha saputo agire di conseguenza aprendo solchi nuovi nell’alveo del carisma fondazionale.
Per ricordare la data storica e l’incidenza sociale dell’opera, le Suore Salesiane dei Sacri Cuori hanno programmato due eventi:
La rassegna corale: “Tante voci per il nostro santo”, che si terrà domani 24 marzo, alle 18, nell’auditorium dell’Istituto “Filippo Smaldone” in Via Giammatteo a Lecce.
Una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia, con la partecipazione di mons. Cristoforo Palmieri e molti sacerdoti, che avrà luogo il 25 marzo, alle 11, nel santuario diocesano San Filippo Smaldone, presso Piazzetta Mariotto Corso a Lecce.
Sarà presente la superiora generale con il consiglio della congregazione, una rappresentanza di consorelle e di laici impegnati nei vari movimenti laicali smaldoniani, nonché autorità civili.
La vicenda della famiglia religiosa fondata dallo Smaldone va letta in chiave di testimonianza di una vita cristiana spesa per i bisognosi e per la gloria del Signore, percepita dalla schiera delle religiose passate nella storia e da quelle in cammino, come presenza costante, guida e modello, centro irradiante di amore spirituale e di forza caritativa che, sprigionandosi quotidianamente dall’Eucarestia all’apostolato, rende la missione feconda, incisiva e attuale.