Nel corso della storia cristiana della nostra città di Lecce, la vita religiosa è stata sempre fiorente e sono stati innumerevoli le congregazioni religiose maschili e femminili che si sono collocate nel capoluogo salentino.
Soprattutto nel corso dell’epoca barocca, allorquando si realizzarono o rimodellarono le numerosissime chiese e cappelle di Lecce, i diversi ordini religiosi vennero qui e diedero alla città il nome della “religiosissima”. Ciò non significa che prima di detto periodo in città non vi fossero i religiosi, ma fu in questo tempo che Lecce, divenuta la seconda città del regno, dopo Napoli, ospitò tutti i principali nuovi Ordini Regolari.
In vista della Giornata della vita consacrata che vivremo a Lecce il prossimo 2 febbraio (LEGGI), iniziamo la nostra breve carrellata, partendo dal Monastero di San Giovanni Evangelista che ha ospitato ininterrottamente le Monache benedettine cassinesi fin dalla fondazione della Chiesa e dell’attiguo monastero, sorti nel XII secolo. Una iscrizione in pietra posta nella cappella di San Benedetto nella chiesa avverte che il tempio fu edificato nel 1133 per volontà di Accardo e Goffredo, suo figlio. L’Infantino ci informa che la prima abbadessa fu Agnese, sorella di Accardo (Lecce Sacra, p.97), mentre, come ben sappiamo, ancora oggi le monache benedettine vivono nel menzionato monastero, situato nei pressi delle antiche mura della città.
Allo stesso secolo, si deve la presenza dei Benedettini nella chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo e nell’attiguo monastero che, nel XV secolo, fu invece riservato a un altro ramo benedettino, quello degli Olivetani, di cui ancora oggi porta il nome. Al riguardo, l’Infantino rammenta che la fondazione avvenne nel 1180 (Ibidem pag. 196) e che Alfonso II, Re di Napoli, nel 1494 concesse agli Olivetani la chiesa e il monastero.
Antichissima è anche l’Abbazia di Santa Maria a Cerrate, a circa 15 km a nord di Lecce, che nel 1154 fu abitata dai Basiliani, legati al rito greco, fino agli albori del 1500. Infatti, Clemente VII la consegnò all’Ospedale degli incurabili di Napoli che la tenne per oltre tre secoli, fio al 1877, secondo quanto annota Michele Paone (Le Chiese di Lecce, vol.I, pag. 127). Al ramo benedettino, appartenevano i Padri Celestini, i quali giunsero a Lecce per volontà del conte di Lecce, Gualtieri VI di Brienne nel 1352, il quale spinse il vescovo di Lecce, Roberto de Noha a concedere loro la chiesa di Santa Croce, a cui fu dato il titolo di Santa Maria dell’Annunziata e di San Leonardo. Questa chiesa ubicata nel luogo dove due secoli più tardi sorse il castello della città, è andata completamente distrutta, così che i Padri Celestini, a partire dal 1549, vollero far costruire una maestosa basilica, con l’annesso convento, che tuttora si ammira, come massimo esempio del barocco leccese. I Celestini lasciarono Lecce nel 1807, in seguito alle leggi napoleoniche, e la basilica venne saccheggiata di tutti i suoi beni e divenne sede dell’Intendenza, unitamente al Palazzo dei Celestini. La chiesa ritornò ad essere luogo di culto solo grazia alla Confraternita della Trinità dei Pellegrini a partire dal 1833.
Dopo i Celestini, l’altra famiglia religiosa che si stabilì in città fu quella dei Padri Predicatori di San Domenico (i Domenicani), i quali furono chiamati nel 1388, da Giovanni d’Aymo, che, per loro, costruì il convento dei Domenicani, unendolo alla chiesa di San Giovanni Battista della basilica del Rosario, nei pressi di Porta Rudiae. I Domenicani rimasero ininterrottamente in città per cinque secoli e furono tra i protagonisti della vita religiosa leccese. Preparati in ambito culturale, da essi dipendevano due fondazioni di Suore Domenicane: la prima, fondata nel 1470, si instaurò presso la chiesa di Santa Maria della Nova (Natività della Vergine in Via Idomeneo), e, ai tempi dell’Infantino, contava ben oltre cento monache; la seconda, invece, fu fondata nel 1505 dalla leccese Peregrina de Cretì, che iniziò con dodici consacrate, per poi raggiungerne circa un centinaio in epoca barocca. Il monastero di Santa Maria della Visitazione (ubicato presumibilmente tra l’attuale Via Malennio e Vicolo de Crety e di cui è possibile vedere le vestigia della cappella della Visitazione) nasce da una domanda religiosa femminile che si esprime dal basso. Un secolo dopo (1764) le monache ottengono dal Papa di attenuare la clausura e di poter uscire in limitati periodi dell'anno. Durante il decennio francese (1812) il convento è soppresso e le monache trovano ospitalità nel monastero delle benedettine. La struttura è consegnata all’amministrazione comunale che, in capo a qualche anno decide di venderla. Il nuovo proprietario la trasforma in una elegante casa con dipendenze di lusso, giardino inglese e cappella.
Altro antico ed importante ordine religioso fu quello dei Francescani. La prima dimora dei Frati di San Francesco fu la chiesa e il convento di San Francesco della Scarpa, rifatto completamente in seguito, ma le cui origini risalirebbero proprio ai tempi di San Francesco, come ricorda l’Infantino. I Francescani avevano anche un tempio e un convento fuori le mura della città, poi divenuto Caserma Oronzo Massa nel XIX secolo. La chiesa era chiamata Santa Maria al Tempio e fu costruito nel 1432, sotto l’egida degli Osservanti.
Gian Giacomo Dell’Acaya diede ai medesimi frati la chiesa e il convento di Sant’Antonio di Padova, realizzato nel 1556. Altra chiesa francescana è la cappella di San Giacomo, affidata ai Padri Scalzi di San Francesco nel 1600. Essa sorge in prossimità della torre del parco ed è detta anche chiesa di San Pasquale al parco. L'origine della chiesa risale alla fine del XIV secolo, quando Raimondo Orsini Del Balzo edificò una piccola cappella dedicata a San Giacomo Apostolo. Successivamente, durante la metà del Quattrocento venne rivisitata e ampliata dal figlio Giovanni Antonio, il quale istituì nel 1448 la Fiera di San Giacomo.
Nella seconda metà del Quattrocento, Ferrante I d'Aragona fece costruire accanto alla chiesa un convento, il quale fu ceduto da Filippo III di Spagna ai Padri Conventuali, nel 1614. La chiesa venne costruita nelle forme attuali tra il 1677 e il 1679 dagli Alcantarini.
Gli Alcantarini furono soppressi nel 1809 ed andarono via dal convento, poi ritornarono e stettero fino al 1898 per curare i servizi della chiesa. Smesso di essere convento, tutto il complesso diventò lazzaretto, poi ospizio dei poveri, infermeria presidiaria ed infine ospedale psichiatrico. I Cappuccini invece avevano la chiesa di Santa Maria di Rugge e quella di Santa Maria dell’Alto (ora nota come Istituto Principe Umberto, nei pressi della chiesa del Sacro Cuore).
Tra il XVI e il XVII secolo, vennero a Lecce anche i due principali nuovi Ordini Regolari. Infatti, i Gesuiti costruirono la chiesa del Gesù e l’attiguo collegio (ora sede del Tar), mentre i Teatini realizzarono la chiesa di Sant’Irene e il retrostante convento.
La splendida chiesa della Madonna del Carmine e il relativo convento fu realizzato dai Padri Carmelitani. I seguaci di San Giovanni di Dio dedicarono al loro protettore la chiesa, su una precedente cappella, intitolata Santa Maria della Pace. I Fatebenefratelli costruirono anche l’ospedale, visibile in Via Palmieri, successivamente trasformato in edificio scolastico, diventando la sede dell'Istituto Margherita di Savoia.
I Teresiani o Carmelitani Scalzi ebbero la loro chiesa e il loro convento nel 1622, mentre furono introdotti a Lecce dal genovese Frate Antonio Clemente di Gesù e Maria fin dal 1620. L’attuale chiesa di Santa Teresa testimonia la vitalità dei Carmelitani Scalzi.
Anche gli Agostiniani ebbero ampio spazio a Lecce. Essi vi si stabilirono fin dal secolo XI secolo e la loro prima chiesa e convento primitivo, dopo la ricostruzione, fu l’attuale chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (o chiesa di San Michele Arcangelo) sita in piazzetta dell’Addolorata. Essi vi rimasero fino al 1809.
Nel 1649 fu eretta per loro la chiesa e il convento di Santa Maria di Ogni bene, situato fuori le mura della città, sull’attuale Viale De Pietro. Essi vi rimasero fino al 1810, quando, in seguito alla soppressione napoleonica, furono sostituiti dai minori osservanti, che ne fecero lo studio generale di filosofia dal 1831 al 1866, allorquando la chiesa divenne magazzino militare.
I Minimi, invece, fondati da San Francesco di Paola, ebbero sede nella chiesa di Santa Maria degli Angeli (in piazzetta Peruzzi). Il convento fu fondato nel 1624 da Bernardo Peruzzi.
In epoca moderna, infine, meritano una menzione i Padri Salesiani (basilica di San Domenico Savio) e i Padri Vincenziani (Santa Maria dell’Idria).