Giornata di grazia per la comunità delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori quella di ieri; dieci sorelle hanno potuto compiere la loro professione religiosa perpetua presso il Santuario di San Filippo Smaldone in Lecce, durante la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia.
Ripetendo spesso e facendo proprio il pensiero del padre fondatore San Filippo Smaldone “Io sono tutta di Dio, io sono tutta per Dio, Dio è tutto per me!” e secondo il suo esempio, Suor Marie Alice Kampire, Suor Aurélie Nshimiyimana, Suor Jeanne D’Arc Dusabemariya, Suor Rose Mukanyirigira, Suor Jacline Jonasi Munyi, Suor Selaphine Mukabahati, Suor Honorine Tinwendé Guirou, Suor Janvière Mukamazimpaka, Suor Théodette Muhawenimana, Suor Yvette M. Solange Etété Minkoulou, provenienti da Rwanda, Tanzania e Burkina Faso, hanno raggiunto il momento della professione dei voti perpetui preparandosi meditando sul tema: “donna in cammino scelta da Dio per una missione”.
Come raccontato da Suor Rose Mukanyirigira nel discorso di ringraziamento al termine della cerimonia religiosa: “nel corso di questi mesi abbiamo sperimentato quanto sia grande l’amore del Signore, preparandoci attentamente ai voti. In questo cammino ci siamo rese conto che non è sempre facile seguire Cristo, ma abbiamo riposto la nostra fiducia nel Signore, ricordando le parole di San Paolo: ‘posso fare ogni cosa in Colui che mi fortifica’. Siamo determinate ad essere fedeli alla vocazione che abbiamo ricevuto, è un dono speciale nonostante le difficoltà che potremo incontrare lungo il cammino, confidando sempre in Colui che ci ha chiamate, Egli è fedele e farà ogni cosa a nostro favore”.
A conclusione della celebrazione mons. Seccia, nel giorno che del ventisettesimo anniversario della sua ordinazione episcopale, si è così rivolto alle neo consacrate: “care sorelle sappiate portare nel vostro cuore e nella vostra vita quotidiana il mistero di Dio che si è compiuto in voi questa mattina. Quando poniamo con piena libertà, deliberato consenso e piena consapevolezza una scelta definitiva quale quella della professione solenne, allora siamo sicuri che il Signore è con noi, però dobbiamo essere noi a custodirlo, perché Egli ci ama, ci protegge, ci benedice, ma come i bambini vogliono essere cullati e custoditi, così Gesù vuole essere cullato e custodito da noi con quella intimità di vita spirituale che deve crescere giorno per giorno”.