Domani, sabato 1° febbraio, sarà il giorno di Suor Rita Teresa Calfapietra osb.
Durante la celebrazione eucaristica prefestiva della festa della Presentazione del Signore, davanti al card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi e a Madre Benedetta Grasso, abbadessa del monastero benedettino ‘S. Giovanni Evangelista’ di Lecce, la monaca benedettina sarà consacrata a Cristo per tutta la vita dichiarando di voler vivere in castità, obbedienza e conversione dei costumi secondo la Regola di San Benedetto.
Tutta la celebrazione verrà trasmessa in diretta - per la regia di Paolo Longo e il commento di Francesco Capoccia; coordinamento di don Emanuele Tramacere - da Portalecce (pagina Fb) e da Teledehon (ch 19).
La vocazione di Suor Rita Teresa giunge ora in età adulta, a compimento di un lungo cammino di discernimento che l’ha portata alla comprensione del disegno di Dio per la sua vita.
Prima dell’ingresso definitivo in monastero è stata un’esistenza ordinaria quella che ha vissuto Suor Rita.
Una vita che per una serie di circostanze si è svolta tra le mura domestiche. È proprio nell’ordinario di questa vita però che Rita ha fatto esperienza di Dio che sostiene, consola e dà forza.
Dio stesso ha fatto percepire la sua voce nel suo cuore attraverso alcuni incontri decisivi che ella ha vissuto. La prima conoscenza del mondo monastico è avvenuta attraverso le sorelle clarisse che l’hanno conquistata per il loro modo schietto e semplice di relazionarsi. Un incontro decisivo quello avvenuto con le Figlie di Santa Chiara che le hanno raccontato di Dio senza troppe parole, la loro stessa vita ha comunicato al suo cuore.
Da quel momento la professa ha intrapreso insieme a loro un cammino di discernimento vocazionale che le ha fatto comprendere che in quel momento il Signore le chiedeva di assumere l’impegno di donarsi in famiglia per assolvere a un compito delicato di cui sentiva forte la responsabilità. Nel suo cuore cominciava comunque a germogliare la vocazione.
Il secondo incontro, decisivo, è stato con la realtà benedettina maschile in un momento in cui cercava silenzio e pace: il gregoriano e il latino, il modo di pregare solenne ma semplice - proprio della gravitas monastica - l’hanno introdotta alla preghiera e alla sua bellezza nella sua duplice dimensione personale e comunitaria.
Oltre alla preghiera ciò che ha colpito il cuore di Suor Rita è stato l’ascolto accogliente e premuroso di quei monaci benedettini: parole misurate e di grande speranza che hanno raggiunto la sua vita.
L’ultimo incontro fondamentale è stato quello con i monaci di Bose: la loro accoglienza essenziale, lo sforzo di comprensione della sua persona e della sua vita han giocato un ruolo importante.
Giunge poi finalmente l’incontro con la comunità benedettina di Lecce che l’ha sostenuta e aiutata nel discernimento. Qui la volontà di Dio è diventata inequivocabile, assumendo la forma di questa scelta. Una scelta che ora sarà suggellata dalla consacrazione monastica con un rito suggestivo (SCARICA IL TESTO).
Esso prevede che prima dell’omelia la consacranda si avvicini all’altare accendendo la lampada dal cero pasquale accompagnata dal canto dell’antifona gregoriana Prudentes Virgines.
Tale gesto dice il desiderio e l’attesa di Suor Rita che come le vergini sapienti attende lo Sposo e gli va incontro con la luce della fede, della speranza e della carità.
Dopo l’omelia, segue l’interrogazione da parte del celebrante sulla volontà della candidata di consacrarsi a Dio e di assumerne gli impegni: ella risponderà affermativamente alle interrogazioni relative alla professione dei voti solenni di obbedienza, castità e conversione dei costumi secondo la Regola benedettina.
A tal punto, il celebrante inviterà l’assemblea a unirsi nella richiesta di intercessione presso Dio con l’invocazione dell’aiuto della Beata Vergine Maria e dei santi con le Litanie mentre la consacranda è prostrata ai piedi dell’altare: la Chiesa peregrinante invoca la Gerusalemme celeste perché sostenga ciò che Suor Rita Teresa sta per compiere.
Terminate le Litanie dei santi, la consacranda recandosi davanti alla sua abbadessa legge la formula della professione solenne, quindi, si recherà all’altare per deporla su di esso e firmarla.
Ponendosi poi davanti all’altare con le braccia protese verso l’alto e a forma di croce canterà per tre volte il Suscipe tratto dal Salmo 119 (118): “Sostienimi Signore secondo la tua promessa e avrò vita. Non deludere la mia speranza”. Suor Rita riporrà solo in Dio la sua speranza consapevole che nel cammino della vita monastica non potrà contare sulle sue forze ma solo sull’amore di Dio.
Così la liturgia di consacrazione giunge al suo culmine: la consacranda è inginocchiata davanti al celebrante che reciterà la preghiera di consacrazione costituita da parole di indicibile bellezza. Con essa lo Spirito Santo consacrerà per sempre sr Rita Teresa; la Chiesa chiederà a Dio che per la professa Egli sia il tutto della sua vita perché lei lo ha scelto sopra ogni cosa.
I segni esplicativi che seguono - la consegna della cocolla, segno che Suor Rita è rivestita di Cristo, della corona e dell’anello, segni dell’essere sposa di Cristo, e della Liturgia delle Ore, segno che Suor Rita Teresa intercederà per tutti a nome della Chiesa presso il Padre - esplicitano ciò che lo Spirito Santo ha invisibilmente operato in lei con la preghiera di consacrazione. Il rito di consacrazione termina con il canto da parte della neo-consacrata dell’antifona tratta dalla Passio di Sant’Agnese: “Ipsi sum desponsata, cui Angeli serviunt, cujus pùlchritudinem sol et luna miràntur” che significa: “Sono a lui sposata. A lui servono gli Angeli, e della sua bellezza se ne meravigliano il sole e la luna”.
Segue finalmente l’abbraccio di accoglienza nella comunità da parte della Madre e delle consorelle accompagnato dal canto del Magnificat. Dopodiché la celebrazione prosegue come di consueto con la liturgia eucaristica. Al termine tutta l’assemblea si unirà alla comunità monastica per il canto finale del Te Deum di ringraziamento.