Per volontà di Papa Francesco, dal 2015 il 1° settembre di ogni anno si celebra la ‘Giornata mondiale per la custodia del creato’. Una giornata dedicata alla preghiera, riflessione, discussione e condivisione riguardo alla protezione di ciò che il pontefice argentino chiama la ‘casa comune’.
Dallo stesso giorno inoltre ha preso il via il cosiddetto Tempo del Creato: un’iniziativa ecumenica quella condivisa dalla Comunione anglicana, dalla Federazione mondiale luterana, dal Consiglio mondiale delle Chiese e dall’Alleanza evangelica mondiale e dalla Chiesa cattolica. Un mese di preghiera, riflessione ed elaborazione di proposte perché la Chiesa e il mondo riscoprano la loro originaria vocazione che è quella di essere custodi del creato e non suoi usurpatori. Tale Tempo dedicato alla custodia della Creazione terminerà il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, cantore della bellezza di Cristo che in qualche modo si riflette nella bellezza del creato di cui Egli stesso è il Creatore.
Diverse sono le iniziative poste in essere da numerose Chiese locali italiane per vivere nel modo più adeguato questo tempo speciale con lo sguardo rivolto pure verso il Sinodo panamazzonico che si svolgerà in Vaticano nel prossimo mese di ottobre.
Anche la Chiesa di Lecce vive intensamente questo tempo propizio che culminerà in particolare il 10 ottobre con un incontro ecumenico di riflessione e preghiera presso il monastero delle Clarisse di Lecce. Durante questo tempo speciale dedicato alla creazione, non può che essere dunque Francesco d’Assisi, la sua spiritualità e finalmente il suo sguardo sul mondo a guidare e preparare la comunità cristiana locale all’atteso appuntamento leccese di ottobre. In particolare, il tema che quest’anno è offerto per la celebrazione della Giornata per la custodia del creato da parte delle due Commissioni per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e per l’ecumenismo e che riguarda la biodiversità offre la possibilità di trarre alcune riflessioni che sono consonanti con il carisma francescano e clariano. Nel Messaggio alla Chiesa italiana per la 14ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato scritto dalle due commissioni episcopali appena citate si comprende il significato dell’attenzione alla biodiversità:
“La Giornata per la Custodia del Creato è allora quest'anno per la Chiesa italiana un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è così ricca. Proprio il territorio italiano, infatti, è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi […]”.
Fa eco a quest’affermazione il Cantico delle Creature dell’Assisiate, così come afferma Suor Celeste, responsabile del monastero clariano leccese: “Francesco d’Assisi che non è un ecologista ma un uomo innamorato di Cristo e dell’Eucaristia tanto da diventarne sua perfetta immagine ha avuto prima di tutti consapevolezza dell’importanza della biodiversità e della sua preservazione. Cos’è d’altronde il Cantico delle Creature se non espressione orante di tale consapevolezza ed una lode al Creatore per e da parte delle sue creature quali il sole, la luna, l’erba, i frutti, i fiori, l’acqua, la terra?”.
Perché il creato non esaurisca la sua vita e la sua bellezza però occorre che l’uomo lo custodisca e per far questo occorre che si riconcili con esso. É su questo che le sorelle povere di Santa Chiara intendono porre l’accento: “La lode al Creatore di tutte le cose nasce dal cuore di un uomo rinnovato interiormente ed esteriormente. Un uomo riconciliato con sé stesso, con le proprie ferite, con gli altri e con Dio. D’altronde, lo stesso Cantico di Frate Sole è frutto di un tempo di tribolazione fisica e soprattutto interiore di Francesco: si trovava nell’ultimo periodo della sua vita nel monastero di San Damiano, con atroci dolori dovuti alle stimmate e ad altre gravi malattie. Stanco, tormentato dai dolori e dai topi che non lo lasciavano riposare, si rivolge al Signore esprimendo il suo lamento e implorando il suo aiuto. Dio non si fa attendere e giunge a consolarlo promettendogli maggior gloria in cielo come premio per la sopportazione delle tribolazioni. Francesco rinasce e inizia a cantare così: ‘Laudato sì mi Signore per quelli che perdonano per lo tuo amore e sostengono infirmitate e tribolazione. Beati quelli che le sosterranno in pace che da te Altissimo saranno incoronati’. Ora, si può esser consapevoli della bellezza che ci circonda solo se si è in pace con se stessi, comprendendo pure che la stessa bellezza naturale riconcilia l’uomo ferito e affranto dal dolore e dal peccato. É ciò che ci insegna Francesco: Creato e ferite umane, se accolte e trasfigurate, sono due dimensioni che possono andare di pari passo se vissute nella dimensione eucaristica. La bellezza del creato, lodata dal cristiano, allora sarà immagine della bellezza dell’avvenuta riconciliazione interiore che ha il suo culmine nell’eucaristia”.
La custodia del creato allora secondo quanto attesta la plurisecolare tradizione francescana e clariana diventa anzitutto custodia esistenziale, custodia dell’umano.
Simone Stifani