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Si avvicinano i solenni festeggiamenti in onore della santa, storica compatrona di Lecce e già patrona principale della città fino al ‘600, Irene da Lecce, vergine e martire, titolare della storica chiesa nel centro storico della città.

 

 

La santa bizantina che subì il supplizio nel I secolo d.C. rimase patrona ufficiale della città fino al 1658, anno in cui la devozione vuole Sant'Oronzo, liberatore dei Leccesi dalla peste e ne prese quindi il posto come santo patrono principale. La santa è venerata sia dalle chiese ortodosse orientali che dalla chiesa cattolica, che la ricordano il 5 maggio come patrona anche della diocesi di Altamura, della città di Erchie e come compatrona anche della città di Napoli il cui antico busto argenteo è conservato nello storico museo del tesoro di san Gennaro a segnalare l’antica devozione in tutto il Regno di Napoli.

I festeggiamenti leccesi in onore della santa martire si erano un po’ persi durante gli anni ma quest’anno, dopo un quarto di secolo, ritornano con momenti di particolare preghiera grazie all’iniziativa del rettore della chiesa, mons. Antonio Montinaro e di Claudio Selleri, delegato arcivescovile dell’arciconfraternita della Buona morte e orazione che ha sede nella chiesa di Sant’Irene. Il 2, 3 e 4 maggio verrà celebrato il solenne triduo di preparazione alla festa, con il rosario alle 18:30 a cui seguirà la santa messa e la preghiera a Sant’Irene. Il 5 maggio, nel giorno della festa liturgica della santa, la solenne celebrazione eucaristica verrà presieduta da mons. Antonio Montinaro, alle 9:30, mentre la sera alle 18:30, dopo il santo rosario, verrà esposto il SS. Sacramento per l’adorazione e la seguente benedizione eucaristica.

L’originale tosello che accoglie l'antico busto argenteo della santa è opera di Mauro Piergiovanni da Molfetta.

 

 

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