Con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia ieri sera si sono conclusi i festeggiamenti in onore di Maria SS. Addolorata che a Lecce si venera da tradizione il venerdì di passione, quello che precede la Domenica delle Palme nella chiesa di Sant’Angelo.
“Non basta venerare un’immagine così bella e profonda com’è quest’opera d’arte del Maccagnani - ha detto Seccia nell’omelia - per essere devoti della Madonna ma, occorre entrare in spirito di fede nelle verità dell’opera redentiva di Cristo, di cui Maria è il tassello principale in quanto collaboratrice del disegno di Dio dell’incarnazione”.
Prima della celebrazione si era fermato a lungo in preghiera davanti ai simulacri presenti a Sant’Angelo di San Gabriele dell’Addolorata e di Santa Gemma Galgani, i due santi passionisti cui è particolarmente legato fin dai tempi dell’episcopato di Teramo dove sorge il grande santuario che custodisce le spoglie mortali del fondatore della Congregazione della Passione di Gesù Cristo.
“I dolori di Maria - ha aggiunto - sono i nostri dolori, le sofferenze delle famiglie e quelle di ogni uomo e di ogni donna. Sotto la croce non era da sola ma con lei quel giorno, sul Calvario, era raccolto nel suo cuore il grido di dolore che si eleva dalla terra e dal cuore di ogni uomo”.
Al termine della messa - cui hanno concelebrato il vicario generale mons. Flavio De Pascali, predicatore durante il settenario di preparazione, il rettore della chiesa di Sant’Angelo mons. Gigi Fanciano, il rettore del seminario diocesano don Tony Bergamo, il vicerettore don Matteo Quarta, il segretario dell’arcivescovo don Emanuel Riezzo e don Antonio Forte, collaboratore parrocchiale a San Giovanni Battista in Lecce - l’arcivescovo ha ringraziato la confraternita che ha in cura la chiesa e ha augurato a tutti di celebrare con fede e carità la Settimana Santa e la Pasqua.