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Presso la chiesa di Sant’Irene (Teatini) a Lecce, domenica 16 dicembre alle 17 sarà inaugurata  la mostra di icone “Ai confini del visibile. Il regno di luce”.

 Dopo i saluti del vicario generale della diocesi di Lecce, mons. Flavio De Pascali e del parroco della comunità Maria SS. Assunta di Trepuzzi, mons. Vincenzo Marinaci, per presentare la mostra interverrà Emilio Filieri, docente dell’Università di Bari. L’evento è patrocinato dall’arcidiocesi di Lecce. Media partner Portalecce.

 La mostra sarà aperta dal 16 al 24 dicembre, dalle 9  alle 13  e dalle 16  alle 18, e le icone sono state dipinte da Liala Cosma.

 Sono per la maggior parte bizantine – spiega l’iconografa - con soggetti sacri: la Madre di Dio, la croce blu di Gesù con la Madonna e S. Giovanni, il volto di Cristo, realizzate con materiale particolare: foglie d’oro, pigmenti colorati naturalmente, stemperati con la tempera all’uovo, preparata in casa con il tuorlo ed il vino bianco. Non mancano icone realizzate a graffito”.

È una passione che Liala coltivò già in tenera età. Ma, con i suoi studi al magistrale e all’Università di Napoli per la laurea in logoterapia, con specializzazione a Lecce, ed il suo successivo lavoro d’insegnante, è rimasto tutto “sepolto” dentro di lei.

“Pian piano – aggiunge l’artista - con un viaggio di studio in Grecia e, poi, partecipando alla Gmg di Czestochowa, rividi le icone e mi piacquero tanto che mi ripromisi, tornata a casa, di realizzarle. Fu come se in me riemergessero ricordi d’infanzia”.

Non le è stato facile trovare le scuole d’iconografia, che ha frequentato in Inghilterra, Francia e Italia. E qui, in particolare, a Roma, Firenze e presso i monasteri. “Il mio primo maestro – conclude Liala - ora non più in vita, è stato il  gesuita tedesco Igor Sendler, per un paio d’anni, che lavorava in Francia. Poi, ho seguito Grazia Sgrilli a Firenze e Pistoia, ma il  più grande è Antonio De Benedictis, i cui corsi  frequento da dieci anni, inizialmente a Lecce e attualmente a Roma”.

Dipingere icone le infonde nell’anima una pace indescrivibile e se ne occupa quando gli impegni della giornata glielo consentono. La preghiera fa parte della sua vita a prescindere dalla sua attività, ma – chiude cosi: - “prima di mettere mani all’opera recito quella dell’iconografo”.    

 

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