Fino a domenica 19 maggio la comunità parrocchiale dello Spirito Santo in Lequile si preparerà a vivere una settimana di preghiera e condivisione in attesa del dono del Paraclito.
Cinquanta giorni dopo la Pasqua, ciò che è promesso da Gesù si avvera. Gesù nel suo discorso di addio durante l’Ultima Cena promette ai suoi discepoli di non lasciarli soli, ma di inviare loro un “consolatore”. Viene dal Cielo il Paraclito, l'assistente che ricorda e attualizza la parola del Cristo, l'ispiratore dei gesti di coraggio, di testimonianza e di pace, il consolatore nelle difficoltà e afflizioni. Viene come testimone della verità, quella del passato, quella nel presente e quella che apre al futuro.
La settimana di preparazione è modulata sui sette doni ritenuti speciali grazie allo Spirito Santo che dona ai credenti di aiutarli nella loro vita spirituale. Ognuno di questi doni offre un’abilità unica e preziosa per guidare e sostenere i credenti nel cammino della fede. I sette doni dello Spirito Santo rappresentano abilità uniche che il credente riceve dall’alto per supportarlo nella sua vita spirituale. Ogni dono offre una guida e un sostegno prezioso lungo il percorso della propria fede. Qual è lo scopo dei sette doni dello Spirito Santo? È quello di guidare l’uomo nella sua relazione con Dio e per rendere la sua vita spirituale più profonda e significativa, di aiutare l’uomo a sviluppare una maggiore comprensione e accoglienza delle ispirazioni divine, consentendo così di vivere secondo la volontà di Dio e di raggiungere la santità.
Al termine della settimana e precisamente venerdì sera nel piazzale della parrocchia vi sarà lo spettacolo degli Scemifreddi.
Sabato sera si concluderà la settimana di preghiera e domenica, giorno della festa parrocchiale di Pentecoste, al mattino le sante messe festive e, nel pomeriggio, la processione per le vie del paese con i bambini e ragazzi, le loro famiglie, i gruppi, le associazioni e tutta la comunità, successivamente la santa messa solenne presieduta dal vicario generale della diocesi don Vito Caputo.