La comunità di Lequile come ogni anno ha festeggiato la memoria della traslazione delle reliquie di San Vito Martire, protettore della città, avvenuta nel 1722.
Il 22 aprile di quell'anno, (era il martedì di Pasqua), molti cittadini del paese si recarono a Lecce, nei pressi di Porta Napoli, insieme al Capitolo, per accogliere la reliquia del santo, proveniente da Napoli. La reliquia, contenente sangue del martire, è conservata in una piccola ampolla, racchiusa in un prezioso ed artistico reliquiario in argento.
Ogni anno, da allora, i fedeli lequilesi dedicano il martedì di Pasqua in onore di San Vito Martire. La statua con la reliquia la sera della domenica di Pasqua viene portata in processione, dalla chiesa matrice alla rettoria a lui dedicata.
Ieri mattina, dopo la celebrazione della santa messa, statua e reliquia sono state portate in processione per le vie del paese. Durante il percorso la sosta in piazza, dove si è ripetuto il rito della collocazione di tre bandiere rosse, segno di devozione della città di Lequile al santo patrono, insieme ad una corona di fiori, sull'antica guglia.
L’arciprete-parroco, don Carlo Calvaruso, ha ricordato la santità del giovane Vito, prendendo spunto dalla lettera pastorale di Papa Francesco, dedicata ai giovani: "Ci sono tanti santi nella Chiesa, anche tanti santi giovani. Diventati santi attraverso la frequenza in Chiesa, ma anche nella vita secolare di ogni giorno per strada".
"Così si santifica il laico - ha continuato l’arciprete -, la sua parrocchia è il mondo. La guglia presente in piazza è segno della protezione del santo che avviene non solo recandosi in chiesa, ma anche per strada.
Don Bosco ci insegna che si va in paradiso se si è buoni cristiani ed onesti cristiani. San Vito è stato proprio così. I santi sono il cuore giovane della Chiesa, ce lo ricorda Papa Francesco. Santi che hanno dato la loro vita per Cristo, come San Vito. Sono santi che ci stimolano e ci fanno uscire dalla sonnolenza. Ed è quello che noi oggi chiediamo al nostro santo".