Quello di giugno è un appuntamento molto atteso, per l’intera comunità di Lequile, che rende omaggio al suo Patrono San Vito.
La memoria liturgica di San Vito è il 15 giugno, ma è antica tradizione a Lequile che il Santo Patrono e Protettore si festeggi nella quarta domenica di giugno. Quest’anno, però, l’emergenza sanitaria ha limitato alcuni appuntamenti, la festa è cominciata con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Michele Seccia, sabato 27 giugno alla presenza di don Carlo Calvaruso, don Andrea Zonno, don Emanuel Riezzo e don Attilio Mesagne; in questa occasione è stato presentato alla comunità il nuovo collaboratore della parrocchia “Maria SS. Assunta” in Lequile, l’accolito Antonio De Nanni.
Don Carlo ha salutato tutti i presenti, le autorità civili e militari e i telespettatori che seguivano in streaming la celebrazione eucaristica trasmessa sul canale diocesano Portalecce e ha aperto una riflessione sul tempo che stiamo vivendo: “Bisogna lasciarsi andare alla disperazione e alla malinconia oppure si possono leggere evangelicamente i segni dei templi come una grossa opportunità che la divina provvidenza offre per cambiare interiormente anche quando tutto sarà finito e si potranno riprendere le iniziative usuali?”
Il martirio di San Vito rappresenta un esempio di fede matura. “La risposta di Vito al padre pagano che cercava di fargli rinnegare Gesù Cristo - ha spiegato l’arciprete - diventa programma di vita spirituale anche oggi … il santo adolescente afferma con forza, la passione e morte di nostro Signore Gesù Cristo… L’esperienza drammatica ma ricca di speranza della pandemia e la recentissima pubblicazione del nuovo direttorio per la catechesi… spiega al numero 114 che il primo catechista nella sua diocesi diventi fonte di ispirazione per una progettazione pastorale che realizzi la doverosa integrazione tra l’azione liturgica, l’opera evangelizzatrice e la vita di carità fedele alle tradizioni ma profondamente più consapevole e formata”.
Il vescovo ringraziando don Carlo e la comunità, ha sottolineato che la nostra deve essere una comunità di fede e che in ogni comunità di fede il santo patrono è un punto di riferimento con la sua storia, che ci aiuta a fare memoria del sacrificio di Cristo, che ci salva con l’ascolto della Parola. L’eucaristia diventa per noi il segno più concreto della nostra fede; davanti a tanta grazia non possiamo che chiedere perdono perché siamo tutti desiderosi del bene che Dio ci offre e ci dona ma anche consapevoli dei nostri limiti e dei nostri peccati e bisognosi della sua misericordia.
“Celebrare la festa del patrono - ha detto il pastore - è… un’espressione di religiosità antica, tradizionale che i nostri genitori, i nostri nonni hanno messo nel nostro cuore quando eravamo bambini, ma ora che siamo adulti e veniamo in chiesa per partecipare all’eucaristia, viviamo il fondamento e il momento più alto della nostra fede”.
Alla fine della celebrazione eucaristica è stato cantato l’inno a San Vito e successivamente il vescovo si è fermato nella chiesa della Madonna della Consolazione per la supplica e la riapertura al culto dopo il danno subito all’impianto elettrico.
Domenica 28 giugno in onore di San Vito si sono celebrate diverse Messe; quella delle 18:30 è andata in onda in diretta sul canale di Telerama ed è stata celebrata da don Carlo Calvaruso e commentata da don Vito Caputo.
Alla fine della messa don Carlo ha ringraziato i tre gruppi che durante l’anno si occupano, in maniera e con compiti diversi, del culto di San Vito: il comitato festa San Vito Martire, con il presidente Carmelo Lezzi, il gruppo dei portatori della statua di San Vito, con il coordinatore Edmondo Pallara, la Deputazione di San Vito, con il presidente Fabio Lettere.