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Nel giorno dedicato al Nome di Maria, a Lequile, sul largo sagrato della rettoria intitolata alla Madonna della Consolazione, sabato sera, è stata celebrata la messa, presieduta dall'arciprete-parroco, don Carlo Calvaruso.

 

 

La celebrazione si è svolta seguendo tutte le norme di legge e dopo un lungo periodo, dovuto al lock down, i fedeli si sono ritrovati insieme e in comunione per pregare Maria, madre di Gesù e della Consolazione, per chiedere in quest'anno così difficile, la sua santa protezione e ringraziarla per i segni che ha donato anche in questo delicato periodo.
Don Carlo durante l'omelia ha esortato i fedeli a riflettere sull'importanza della luminosità che la Parola di Dio reca in sé. "Dinanzi alle difficoltà esterne, l'essere umano ha due reazioni interiori: la rabbia e la riconciliazione. Durante il periodo di chiusura forzata nelle nostre case, nei mesi scorsi, sicuramente ognuno ha meditato su se stesso e ha avuto una delle due reazioni. Abbiamo imparato ad indossare la maschera sul viso, ma il virus ci ha fatto togliere la maschera dal cuore. Da come noi reagiamo il nostro cuore resta smascherato".
Un grazie va a chi ha collaborato per rendere possibile la celebrazione: Gruppo mariano, Comitato e Deputazione di San Vito martire, le confraternite, comune di Lequile, Pro-loco.
Il coro della Deputazione, oltre ad animare la messa con canti appropriati per la celebrazione, ha eseguito per la prima volta l'inno dedicato alla Madonna della Consolazione, il cui testo è stato composto da don Carlo e la musica dal maestro d'organo, Daniele Signore.

 

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