Sotto un cielo di stelle cadenti, tra fuochi e luminarie anche quest'anno la comunità di Lizzanello ha espresso tutta la sua devozione per il santo patrono San Lorenzo martire.
Una fede che si rinnova di anno in anno, questa volta intrisa di nuove formule volute dal parroco don Francesco Morelli che hanno restituito il giusto significato alle tradizioni.
Per il primo anno, il Sindaco Fulvio Pedone a nome della comunità civile ha consegnato le chiavi della città al santo, legando l'opera del maestro Ferriccio Zilli alla vecchia statua di San Lorenzo in gloria, tanto cara ai Lizzanellesi. Il capolavoro di Ugo Malecore, il più antico presente nel Salento, è stato portato rigorosamente a spalla durante la processione, dal neonato gruppo di portatori di statue: trenta gli uomini che hanno aderito all'invito del Parroco.
Al termine della stessa la celebrazione della messa presieduta da mons. Cristoforo Palmieri, vescovo emerito di Rreshen in Albania, che ha portato la sua esperienza di missionario: “San Lorenzo incarna alla perfezione le due virtù cristiane per eccellenza – il monito del vescovo durante l'omelia – la povertà e il martirio. Ovvero amare il prossimo come se stessi: servirlo, accoglierlo. E vivere la fede fino a diventarne testimoni diretti, se necessario fino a dare la vita”.
Ieri mattina, il momento più toccante per la comunità di Lizzanello: il cambio delle bandiere. Con questo gesto è ancora la comunità civile che vuole chiedere rinnovata protezione al diacono Lorenzo, con la posa di quattro bandiere ai piedi della statua in pietra leccese eretta al centro dell’antica Piazza San Lorenzo. A curare il rito le mani esperte di Vito Pascali da più di quaranta anni organizzatore delle feste patronali.
“Momenti carichi di fede e devozione, tradizioni che uniscono la comunità - le parole del sindaco - un grande grazie a don Francesco per aver rinnovato questi riti e anche un grande grazie a Vito che con la sua passione e la sua esperienza ogni anno ci permette di festeggiare al meglio San Lorenzo”.