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Al termine della celebrazione di venerdì scorso, l’antica statua raffigurante San Lorenzo in gloria, è stata intronizzata sull’altare della chiesa parrocchiale di Lizzanello e così ieri è iniziata la novena in onore del santo patrono.

 

 

In via eccezionale quest’anno le celebrazioni non si svolgeranno nell’antica chiesa di San Lorenzo ma, la chiesa parrocchiale che è più ampia ed è tale da permettere che si rispettino le distanze richieste dalle regole anti-contagio.

Il programma dei nove giorni vedrà ospiti diversi sacerdoti e, proprio il 10 agosto anche l’arcivescovo Michele Seccia, proprio a sottolineare che la festa ci sarà, certamente in forma minore per quanto riguarda i festeggiamenti civili ma il senso della festa non si perde se i riti religiosi, attorno ai quali si innesta tutto il resto, rimangono invariati.

“Nel cuore di questa estate un po' insolita – ha scritto il parroco, don Francesco Morelli in un messaggio che ha voluto indirizzare alla comunità in vista dei festeggiamenti per San Lorenzo martire -  tra la voglia di abitare liberamente i nostri spazi, di vivere le nostre tradizioni e la nostra fede, e il senso di responsabilità nel proteggere la salute propria e altrui, ci apprestiamo a vivere la festa del nostro protettore San Lorenzo”.

“Lo festeggeremo - ha proseguito don Francesco - in una forma essenziale puntando all'incontro con il Signore Gesù mediante la sua intercessione. San Lorenzo ci guidi a riscoprire il Signore come l'unico capace di colmare la nostra vita del necessario e convertire sempre più il nostro cuore alla solidarietà verso i più bisognosi”.

“Il mio pensiero e la mia vicinanza - ha sottolineato - ai commercianti ambulanti e a tutti coloro che con le maestranze e le varie professionalità rendono suggestive le feste patronali, costretti a limitare il loro lavoro: le restrizioni e i sacrifici di quest'anno non spengano la speranza di poter risollevare l'economia del nostro Salento. Il tempo che stiamo vivendo è tempo di ricominciamenti, di ripresa, di gratitudine gli uni verso gli altri per la collaborazione e la disponibilità a fare squadra, istituzioni e associazioni, per fronteggiare le pesanti conseguenze dell'emergenza sanitaria”.

“Come per il terremoto nel 1743 e dell'epidemia del colera nel 1867 - ha concluso il parroco -, la protezione di San Lorenzo sulla nostra cittadina, evocata tradizionalmente dal cambio delle bandiere, l'abbiamo sperimentata anche in questa pandemia. Quel momento tanto atteso di devozione purtroppo i protocolli anti-contagio lo vietano, ma non potranno mai privarci della divina protezione che San Lorenzo impetra sempre e ovunque dal Signore, il misericordioso e il fedele”.

 

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