“Civitas Mariae” così la chiamava don Alfonso Cannoletta, la nostra Lizzanello - esordisce così don Corrado Serafino, nell’omelia in occasione della solennità dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria, comunemente chiamata come “festa dell’Annunziata” dai Lizzanellesi.
“Don Francesco mi ha fatto un grande regalo, invitandomi a stare insieme a voi in occasione di questa festa!”. È emozionato don Corrado, ogni volta che ha l’opportunità di tornare tra la sua gente, anche se le omelie sono più lunghe del solito sono piene di aneddoti significativi oltre che rievocativi nella mente dei parrocchiani, specie i più anziani.
È però il secondo anno che Lizzanello non può omaggiare come vorrebbe la “Madonna dell’Annunziata” a causa della pandemia che proprio un anno fa raggiungeva il massimo della sua manifestazione. Così in pieno lockdown erano le casse sui balconi e le finestre che facevano riecheggiare tra le vie del paese la messa del 25 marzo. Ieri invece, seppur con i dovuti distanziamenti e tutte le precauzioni ormai diventate abitudine, la chiesa parrocchiale ha accolto i fedeli e la statua raffigurante l’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria, generosamente donata dalla famiglia Calogiuri che la custodisce gelosamente da generazioni. La cappella, costruita dalla Famiglia Paladini nel XVI secolo e troppo angusta per permettere il naturale svolgimento delle celebrazioni è rimasta chiusa per quest’anno: un'altra particolarità dovuta al periodo di emergenza sanitaria.
I riti religiosi, presieduti dal parroco don Francesco Morelli, organizzati assieme al Consiglio pastorale parrocchiale si sono intrecciati con le ricorrenze della Quaresima e il 51° anniversario dalla dedicazione della chiesa parrocchiale avvenuto lo scorso 18 marzo. La chiesa fu intitolata a Maria SS Addolorata, nella prosecuzione di un disegno che racconta la comunità di Lizzanello come devota alla Vergine Maria. Quindi la piccola cappella in onore alla Natività della Beata Vergine, detta volgarmente “Matonna te lu Mariu” (il contadino lizzanellese al quale, si racconta, apparve la Madonna alla quale decise di erigere la cappella stessa).
La chiesa dell’Immacolata, dedicata alla Vergine festeggiata l’8 dicembre, che conserva all’interno un altare in pietra leccese ricamato in pieno stile barocco, fiore all’occhiello della città. Infine l’altare alla Madonna di Fatima nella chiesa parrocchiale. Sono tanti i riferimenti a Maria dentro Lizzanello. Che tanto spera e tanto confida anche oggi, soprattutto oggi che il Covid ha mietuto le prime vittime nel paese, ad un repentino e sereno ritorno alla normalità.