Si svolge anche quest’anno a Melendugno la tradizionale ‘Festa degli angeli’ per commemorare tutti i giovani defunti.
Sarà, infatti, celebrata una santa messa nei pressi della statua dell’angelo sita nel cimitero di Melendugno mercoledì 2 ottobre alle 15:30. Il problema del male, ovviamente, si accompagna alla vita dell’uomo perché il male nel mondo c’è: c’è la morte, c’è il dolore fisico, c’è il dolore morale e c’è la sofferenza. Il male è un dato di fatto: lo possiamo toccare con mano quando vediamo la morte di altri. Tutti i grandi filosofi e pensatori lo hanno affrontato e sviluppato.
Ad esempio, ne ‘Le Confessioni’ Sant’Agostino - nel libro VI - affronta il ‘problema del male’. Il male come assenza di perfezione. Perché muoio? Perché c’è assenza di perfezione.
«Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore» (Gb 1,6-22). Queste sono state le parole pronunciate dal profeta Giobbe per ricordarci che la nostra esistenza è un dono e che tutto appartiene al grande abbraccio di Dio. Nel corso della storia ci viene descritta una scena in cui i figli di Dio (appunto, gli angeli) compaiono davanti al Signore in cielo. Spesso l’essere umano nel corso della sua vita si domanda: ‘Perché il giusto soffre?’. D’altra parte, la Rivelazione aveva illuminato di nuova luce l’enigma della morte dei giusti attestandone la fecondità. Il fatto che il giusto per eccellenza sia colpito a morte e «strappato via dalla terra dei viventi», non è privo di significato: la sua morte è un sacrificio espiatorio offerto volontariamente per i peccati degli uomini.
Perfino il filosofo danese Søren Kierkegaard fa memoria nell’episodio sulla vita religiosa di Abramo: Dio ci chiede di avere fede anche nel momento in cui ci sollecita di uccidere nostro figlio.