Si è chiusa con il rito di consacrazione nell’Ordo Virginum di Anna Maria Petrelli la festa in onore del Santissimo Crocifisso, compatrono di Monteroni.
Consacrazione avvenuta domenica sera in chiesa madre, durante la messa presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia e concelebrata dal parroco don Giuseppe Spedicato, nel giorno, peraltro, del suo 29esimo anniversario di ordinazione sacerdotale, da don Stefano Spedicato, parroco della matrice di Novoli e guida spirituale di Anna Maria, da don Vito Caputo, parroco della cattedrale di Lecce e assistente diocesano dell’Ordo Virginum, da don Elio Quarta e don Salvatore Carriero, sacerdoti monteronesi.
“Non è una data a caso: la consacrazione di Anna Maria - spiega don Giuseppe - è avvenuta nella festa del Crocifisso e nel mio anniversario di ordinazione. Una coincidenza che è il segno e l’espressione della continuità dei doni dello Spirito Santo. Era dal 9 ottobre 1993, dalla mia ordinazione appunto, che non avveniva la consacrazione di un figlio o di una figlia della nostra parrocchia. Abbiamo quindi celebrato un evento straordinario, un grande dono dello Spirito Santo, con la nostra Anna Maria che ha consacrato il dono della sua verginità al Signore”.
Anna Maria, 45 anni, che da domenica è una laica consacrata, è da sempre in prima linea nell’attività pastorale della chiesa madre, soprattutto come catechista, ed è anche volontaria dell’associazione Frati e soru di Novoli, che vede impegnati anche alcuni giovani di Monteroni.
“Anche l’arcivescovo lo ha detto durante la celebrazione: spesso queste speciali consacrazioni, come quella nell’Ordo Virginum, vengono trascurate quando invece rappresentano una delle vie attraverso cui opera la fecondità dello Spirito Santo. Rappresentano il segno di una chiamata - aggiunge l’arciprete di Monteroni - e quindi della scelta, come quella che ha fatto Anna Maria, di vivere la propria consacrazione nell’impegno e nella testimonianza in una vita ordinaria. Porterà la sua consacrazione in quella che è e in quello che fa, nel mondo e nella società attuale, e senza vestire abiti particolari se non quelli della quotidianità. Anche lei, quindi, muoverà i suoi passi nel cammino dei consacrati secolari”.
Con la sua consacrazione si sono concluse anche le celebrazioni del Crocifisso. Come ogni anno nella seconda domenica d’ottobre, Monteroni rievoca il miracolo del 1867, quando il Crocifisso (custodito nella parrocchia dell’Assunta) fu portato a spalla dai fedeli per le vie della comunità e il paese fu liberato all’improvviso dalla terribile epidemia mortale di colera.
“Dopo due anni segnati profondamente dal Covid, la festa nei giorni scorsi - sottolinea il parroco - è tornata nella sua interezza, soprattutto con la processione e la partecipazione del popolo. Rivedere la chiesa gremita è un segno di speranza. Come il Crocifisso liberò 155 anni fa Monteroni dal colera, possa ora liberarci definitivamente da questa pandemia che ha seminato morte, sofferenza, solitudine e isolamento”.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli