“Se farete il bene, sarete causa di consolazione per i santi, di felicità per gli angeli nel loro ministero, di gioia per Gesù nella sua venuta”.

Sono le parole che Antonio Abate ha utilizzato per esortare l’uomo al bene, da cui poi nasce la santità e la gioia. Parole che hanno ascoltato e che sono rimaste impresse nella mente di tutti quei giovani e giovanissimi, di Novoli e dei paesi limitrofi, che hanno gremito la chiesa di Sant’Antonio Abate a Novoli, ieri sera, in occasione della tradizionale veglia di preghiera organizzata dal gruppo giovani della parrocchia.

E’ un cammino che tutti siamo chiamati a percorrere – dice Padre Luca Fracasso (padre predicatore) – aiutati dall’esempio dei santi che sono già in cielo e ci conducono verso la gioia.

Lo stesso Padre Luca, invita tutti i giovani a risvegliare in loro il desiderio di essere Santi, portando avanti quella eredità ricevuta nel giorno del battesimo, cercando di seguire la logica dell’amore, quella che ha spinto il nostro Dio a farsi uomo.

La veglia è stata improntata su tre simboli che hanno caratterizzato la vita dell’anacoreta. Il primo un mattone, inteso come elemento costitutivo nella costruzione di una casa dalla quale il giovane Antonio decise di allontanarsi rinunciando al lusso e agli agi che la sua famiglia poteva permettergli, viste le sue nutrite sostanze economiche. Il secondo la sabbia, che aveva il significato di ricordare l’ambiente ostile nel quale il Santo trascorse quasi tutta la sua lunga vita, ambiente arido, completamente privo di ogni comodità, nel quale Antonio rafforzò ancora di più il suo desiderio di distaccarsi dal mondo per dedicarsi completamente a Dio. Il terzo ed ultimo simbolo è stato il “Tau”, il bastone a forma di croce, il quale oltre ad avere per Antonio un utilizzo pratico nel tenere a bada gli animali, nella sua forma richiamava costantemente al senso eremita la Passione di quel Gesù che aveva tanto amato gli uomini da versare il suo sangue per loro, Amore che Antonio ricambiava in maniera intensa ed assoluta.