Villa Convento scrive l’epilogo dei festeggiamenti che, nel mese di gennaio, in tante contrade della Puglia, vengono dedicati all’amata figura di Sant’Antonio Abate. È infatti nella minuscola frazione alle porte del capoluogo che bruceranno le ultime fascine e si leveranno al cielo le ultime scintille in onore del celebre eremita copto.
Un legame, quello tra i fialuri ed il loro celeste patrono, non solo inscindibile ma anche altamente significativo. A stupire non è il fatto che una delle comunità più piccole dell’arcidiocesi vanti come protettore uno dei più grandi santi della storia cristiana. Del resto, un luogo chiamato Villa Convento, cioè che addirittura nella toponomastica sia capace di rimandare alla vita religiosa, è naturale che sia posto sotto la mano benefica del fondatore del monachesimo. E già questo dato implicherebbe una precisa missione per quanti a Villa Convento ci nascono e vivono. Vale a dire quella di sentirsi, in virtù del battesimo, un piccolo popolo di consacrati al cielo, pur restando ovviamente nel proprio stato e ruolo. Ma c’è ben altro.
La frazione in fondo non è che uno snodo di vie che collegano la città ad alcuni comuni limitrofi. Un insieme di strade che hanno pure qualcosa di sacro dato che uniscono Arnesano (dove splende il culto del Crocifisso Miracoloso), Carmiano (un luogo segnato dall’amore per l’Immacolata), Lecce (la città di Sant’Oronzo, il primo cristiano della nostra terra) e Novoli (lì dove la venerazione per il santo eremita Antonio raggiunge una sorta di culmine). Certo, la strada richiama l’idea del “tutto scorre” ma in questo caso specifico pare anche evocare la stabilità della fede cristiana. Stat crux dum volvitur orbis, “la croce resta ferma mentre il mondo ruota”, recita un antico adagio monastico. Parole che potrebbero incarnare la vocazione più autentica di Villa Convento.
In quest’ottica, diretta soprattutto alla riscoperta della profonda bellezza dell’identità cristiana del territorio e della propria tradizione, è da leggere l’operato del parroco don Gianni Ratta che, per la prima volta, presiederà i solenni festeggiamenti patronali. I fedeli vi giungono dopo un triduo di preghiera e riflessione sulla figura del santo anacoreta guidato dai padri passionisti del vicino ritiro di Novoli, durante il quale uno spazio importate è stato dedicato all’adorazione eucaristica.
Domani 26 Gennaio la comunità sarà invece lieta di ricevere la visita di don Luca Nestola. Nella medesima giornata avranno luogo i tradizionali riti della benedizione degli animali nel pomeriggio e, in serata, dell’accensione della fòcara, eretta grazie al lavoro di alcuni lodevoli volontari in piazza don Giuseppe de Luca.
Il vero giorno di festa sarà tuttavia domenica 27 quando la bella statua del santo sarà condotta dai devoti per le vie della frazione attraverso una processione antimeridiana. Le celebrazioni si concluderanno poi con la santa messa presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia.