“Gesti e parole intimamente connessi”. La festa di San Biagio a Novoli si è svolta in una perfetta sinergia tra questi due elementi.
La lettura della Parola domenicale incentrata sulla carità e sull’amore scambievole, ha dato la possibilità di porre l’attenzione dei fedeli verso l’agire che rende santi. “San Biagio non è una scorciatoia per arrivare a Dio”, ha detto don Flavio De Pascali nella sua omelia, “ma un esempio di come, concretizzando la parola evangelica dell’amore, si può essere buoni cristiani”.
A celebrare la messa solenne in chiesa madre, proprio il vicario generale, insieme al parroco don Stefano Spedicato e don Cosimo Vetrugno. “Avere in mezzo a noi don Flavio è stato motivo per sentirci famiglia come comunità parrocchiale sant’Andrea apostolo”. Don Stefano ha cosi espresso la sua gratitudine: “Il nostro grazie a lui per il tanto che ha seminato in otto anni in questa porzione del popolo santo di Dio, ma anche e soprattutto per il suo essere testimone dell’amore di Cristo buon pastore che ancora oggi, attraverso il suo ministero di vicario, continua a riservare ai tanti cuori che conosce nei nomi e nelle storie”.
A conclusione della messa si è poi compiuto il gesto della “benedizione della gola” a tutti i fedeli presenti. Gesto antico, inserito nel rituale romano: vicino al collo si pongono due candele incrociate affidando al santo la protezione dalle malattie legate al cavo orale. Questo in ricordo di un miracolo compiuto dal vescovo Biagio. Si racconta, infatti, fu lui a salvare un bambino dal soffocamento imminente, estraendo dalla sua gola una spina di pesce.
La festa a Novoli si è poi spostata nei pressi di piazza Tito Schipa con l’accensione del piccolo falò realizzato dall’associazione donne della focara e altri volontari novolesi. Uno spettacolo pirotecnico, curato da Pirotecnica salentina Novoli, che ha reso onore al santo martire armeno e riempito la piazza di fedeli e curiosi.