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Esiste sicuramente un passaggio tra l’essere servo nella definizione antica e l’essere servo secondo le indicazioni date da Gesù: e cioè nell’ottica cristiana chi si fa servo è colui che per amore risponde ad una chiamata, ad una missione; non è altro insomma che rispondere all’eterna vocazione che Dio fin dal principio ha dato all’uomo.

 

 

Gesù è servo per nascita, il cristiano è servo per il battesimo, più che un atto, per il cristiano il servizio è una situazione di disponibilità permanente. Il servizio richiede attenzione continua al Signore, ascolto della sua parola-volontà, senza nessuna pretesa di ricompensa, di premio. Il servizio presuppone cioè un invito, un appello di Dio a una funzione, a un incarico, dire si liberamente (scelta) a questa chiamata dà inizio al servizio, che è una missione, un dono di Dio.

Se uno, pertanto, vuole essere discepolo di Cristo deve riprodurre l’esempio di Gesù, diventando come Lui “servo”. Nel pensiero di Gesù il servizio definisce l’identità della sua missione: è nel servizio che si rivela il volto autentico di Dio, che esce da se stesso, va in cerca dell’uomo e lo salva amandolo.

Servizio vuol dire... È il tema su cui si sofferma la riflessione odierna di Padre Marino Longo, predicatore della novena che prepara la comunità novolese alla celebrazione della festa del suo santo patrono e protettore.

Appuntamento a stasera con la diretta (regia di Paolo Longo) su Portalecce (pagina Fb) e su Tele Dehon (ch 19) dal santuario di Novoli: alle 18 il rosario, a seguire la novena e la messa presieduta da don Luigi Lezzi con la predicazione di Padre Marino Longo.

 

 

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