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Oggi è il quinto giorno della novena in onore di Sant’Antonio Abate. Fra Paolo Berti riflettendo sulla santità di Sant'Antonio Abate, maestro di speranza e patrono di Novoli, orienta la riflessione sulla natura del peccato originale e sulla necessità della salvezza.

 

 

La dottrina del peccato originale, scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 389, è, per così dire, «il rovescio» della Buona Novella che Gesù è il Salvatore di tutti gli uomini, che tutti hanno bisogno della salvezza e che la salvezza è offerta a tutti grazie a Cristo. La Chiesa, che ha il senso di Cristo, ben sa che non si può intaccare la rivelazione del peccato originale senza attentare al mistero di Cristo.
Tuttavia sarà impossibile una piena comprensione del cosiddetto "peccato originale", nella vita di fede di un cristiano che aspiri alla santità, sull'esempio di grandi figure come quella di Antonio Abate, se non si capisce che la nozione di peccato ha tre dimensioni essenziali: teologica (un’offesa fatta a Dio creatore e legislatore dell’universo),
ecclesiologica (riguarda la società ecclesiale in cui siamo inseriti) e antropologica (vede il peccato come un danno per l’uomo, che ne colpisce la natura, gli interessi vitali e lo mette in condizione di inimicizia con Dio e quindi di condanna).
In definitiva, la ragione del male sta nel peccato originale, la vittoria nella redenzione di Cristo.

 

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