Nel quarto giorno della novena Fra Paolo Berti, riprendendo una delle lettere scritte da Sant'Antonio Abate, maestro di speranza e patrono di Novoli, ricorda che l’uomo che conosce se stesso è anche capace di conoscere il disegno di salvezza del Creatore e ciò che Egli opera nella sua creatura.
È fondamentale riconoscere di essere stati creati da Dio. Di essere stati “tratti dalla terra”: la parola Adamo vuol dire appunto “tratto dalla terra”. L’uomo dovrebbe ricordare più spesso questa sua origine, anche quando tenta di staccarsene cimentandosi a indagare gli spazi siderali. Invece, sarebbe meglio che egli rimanesse sempre cosciente del suo rapporto con la sua origine. Una volta creato, Dio infonde in esso lo Spirito. In questo l’uomo è diverso dagli animali: è capace di parlare con un’infinità di linguaggi; è in grado di speculare, ha esigenze di conoscenza e, soprattutto, sa che deve esercitare un rapporto virtuoso con gli altri.
Perché, dunque, insistere tanto sulla discendenza dalla scimmia? Forse perché l’uomo, rifiutando la sua vera origine e la sua somiglianza con Dio, vuole dimostrare a se stesso di essersi fatto da solo.
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