Sarà presentato venerdì 21 aprile alle 19 presso l'aula consiliare del comune di San Pietro Vernotico il libro “Viaggi con la speranza. Storie di famiglie colpite dalla malattia di un figlio”.
Il libro è stato scritto e curato da Cristian Caltabiano e Gianluca Budano e la sera del 21 aprile sarà presentato da uno dei due curatori: Gianluca Budano, giornalista e welfare manager pubblico, presidente provinciale delle Acli Brindisi e componente degli organi direttivi del Forum delle Associazioni Familiari e di Terzjus.
Saranno presenti il sindaco, Pasquale Rizzo, il presidente del circolo Acli di San Pietro Vernotico, Pierfrancesco Elia, Marisa Elia, neuropsichiatra ed epilettologa dell'età infantile, Valeria Farina, vice presidente dell'Ordine degli assistenti sociali della Puglia, e Franco Russo dell'associazione Cuore e mani aperte odv, ente del terzo settore fondato da don Gianni Mattia, cappellano presso l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce.
Quando la malattia varca la soglia di casa di una famiglia, il dolore e la sofferenza colpiscono in maniera improvvisa e dirompente tutti i membri del nucleo familiare; inizia allora una ricerca disperata e spasmodica delle cure e per ottenerle si è disposti ad intraprendere i “viaggi della speranza” soprattutto quando ad averne bisogno sono i più piccoli e gli indifesi. Nel libro vengono analizzati alcuni di questi casi partendo dal racconto delle storie di alcuni piccoli, dei loro genitori e le difficoltà e i sacrifici di questi ultimi, la cui esistenza viene stravolta.
Nel libro c'è spazio anche per tutti quei volontari che con le loro associazioni si impegnano a sostenere i genitori cercando di rendere meno pesante il fardello della sofferenza e della malattia; è in questo contesto che verrà ascoltata la testimonianza di Franco Russo dell'associazione Cuore e mani aperte, conosciuta nel Salento perché fortemente impegnata a garantire un aiuto concreto e le cure adeguate ai più piccoli e agli indifesi.
Lo scopo dell'incontro è quello di far conoscere il libro ma anche di aiutare a riflettere sulla necessità di impegnarsi a ridurre i viaggi della speranza dei pazienti e, perché no, provare anche i viaggi delle professionalità e delle eccellenze presenti sul territorio ma costrette a fuggire dalle loro nostre terre.