Anche Squinzano commemora Sant’Antonio Abate; inizia infatti oggi 14 gennaio il triduo in onore del Santo presso la parrocchia di Maria Regina che andrà avanti fino al 16 con predicazione alle 18 durante la celebrazione eucaristica.
Nella mattinata di domenica 16 alle 11,30 ci sarà la benedizione degli animali domestici sul piazzale della chiesa, mentre lunedì 17 si concluderanno le celebrazioni con la messa solenne alle 18.
Di origine egiziana, Sant’Antonio rimase orfano intorno ai 20 anni e, poiché appartenente a una famiglia agiata, decise di vendere tutto ciò che aveva perché attratto all’ammaestramento evangelico «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi», e dall’esempio di alcuni anacoreti che vivevano nei dintorni dei villaggi egiziani, in preghiera, povertà e castità. Visse tutta la vita da anacoreta aiutando e confortando i cristiani vittime della persecuzione dell’imperatore Diocleziano. La su vicenda è raccontata da un discepolo, Sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa.
Nella sua iconografia compare oltre al maialino con la campanella, anche il bastone degli eremiti a forma di T, la “tau” ultima lettera dell’alfabeto ebraico e quindi allusione alle cose ultime e al destino.
Una leggenda popolare, che collega i suoi attributi iconografici, narra che sant’Antonio si recò all’inferno, per contendere l’anima di alcuni morti al diavolo. Mentre il suo maialino, sgattaiolato dentro, creava scompiglio fra i demoni, lui accese col fuoco infernale il suo bastone a forma di “tau” e lo portò fuori insieme al maialino recuperato: donò il fuoco all’umanità, accendendo una catasta di legna.
Patrono di tutti gli addetti alla lavorazione del maiale, vivo o macellato, è anche il patrono di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri, perché guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster.