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La notizia ci poteva stare, era nell’aria e si aveva la timida sensazione che non avrebbe sconvolto più di tanto il comune sentire del mondo ecclesiastico ed umano che ruotava intorno a mons. Antonio Caricato.

 

 

 

Poi fatalmente la notizia della sua scomparsa è arrivata e ad uno dei suoi allievi, forse il più impressionabile, ha scatenato un putiferio emotivo, quasi incontrollabile.

Il “mio” professore di lettere in terza media e il “mio” arciprete per 42 anni non c’è più. La Chiesa di Lecce, di San Pietro in Lama e di Squinzano non hanno più il conforto della saggezza di un uomo dal carattere forte e schietto e, soprattutto, di un sacerdote di Cristo, vissuto ed amato come illuminato maestro e come giudice paziente.

Con l’arciprete Caricato scompare una persona che “contava” tantissimo e veramente, perché tutta la sua vita ha racchiuso un intero universo. Nel suo attaccamento alla dottrina cattolica e al ministero sacerdotale c’è stato sempre qualcosa di più forte e di più chiaro su tutte le miserie e le piccole vicende del mondo civile, al quale lui non è mai stato estraneo. La sua missione, in tutti i ruoli che ha ricoperto, non ha mai indietreggiato di fronte alle tante difficoltà quotidiane: ha dimostrato sempre di avere un’azione pronta ed efficace dopo aver pensato e riflettuto. Mons. Antonio Caricato è stato, insomma, un sacerdote del pensare e del fare. Non per niente ha retto l’arcipretura di Squinzano per ben 42 anni.

Da me, forse, si pretendeva di essere un po’ asettico, di stare lontano dalle emozioni e di perseguire una riflessione, astratta ed oggettiva. Ma come potevo contrappormi senza commozione alla storia di un sacerdote che ha caratterizzato in profondità le vicende di Squinzano? Mons. Caricato è stato capace di stimolare la passione per un sano impegno civile e per una perfetta armonia con la dottrina cristiana; ed è riuscito a farlo con tutte le persone di buona volontà.

Oggi, di fronte alla lunga e passionale comunione di vita con don Antonio, mi confronto con un protagonista che non ha bisogno di essere sacralizzato in punto di morte. L’arciprete Caricato ha portato la Chiesa di Squinzano ad avere un santuario e un vescovo in odore di santità; ha condotto per mano una comunità sulla scia della Vergine Annunziata e di San Nicola verso obiettivi essenziali per il presente e per il futuro. Lui è stato un protagonista essenziale, noi tutti - forse - siamo stati solo delle comparse.

Squinzano adesso deve avvertire l’obbligo di onorare la memoria di un suo grande arciprete. Noi, però, preghiamo don Antonio perché continui a tenere le sue mani su un paese che rischia di perdere i caratteri essenziali della sua identità.

Il rito delle esequie sarà presieduto stamattina alle 11,30 nella chiesa parrocchiale di San Pietro un Lama. Alle 13 la salma di mons. Caricato è attesa a Squinzano per una veglia di preghiera presieduta dall’arcivescovo Luigi Pezzuto e per l’ultimo saluto della comunità cittadina.

 

 

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