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Sono quasi le 13 di questo Mercoledi Santo così luminoso e soleggiato quando - dopo il rito delle esequie presieduto dall’arcivescovo Michele Seccia a San Pietro in Lama - la salma di don Antonio Caricato arriva in Piazza San Nicola, nella sua cara e amata città di Squinzano che ha servito come pastore attento e premuroso per oltre 42 anni.

 

 

 

Ad accoglierlo sul sagrato della chiesa, oltre ai sacerdoti e alle autorità civili, i suoi “fedeli”, quella moltitudine di padri, madri, nonni e giovani che sono stati il suo gregge per tantissimi anni.

La bara fa il suo ingresso in una chiesa madre che, nonostante l’insolito orario, è gremita come nelle grandi occasioni. È il padre che torna in quella che per intere generazioni è stata la sua casa, il suo Tabor, il suo cenacolo, il suo Getsemani, il suo Calvario e al tempo stesso il suo sepolcro vuoto.

Il cuore di ogni Squinzanese che lo ha conosciuto vibra per oltre 45 minuti, tanto è stato il tempo in cui si è consumato questo struggente saluto di un popolo che per tanti anni ha avuto in don Antonio un maestro di vita e un padre nella fede. Durante la liturgia della Parola l’arcivescovo Luigi Pezzuto, che ha presieduto il rito funebre, ha aperto il cuore ai ricordi che lo legano al caro don Antonio tratteggiando alcuni aspetti propri del suo ministero sacerdotale che, come buon pastore, “conosceva le sue pecore una ad una” diventando una presenza spiritualmente e culturalmente forte per la città di Squinzano.

Nel rito del commiato e nella benedizione della salma si intuisce che sta per consumarsi un distacco molto doloroso per un popolo che ha sempre amato don Antonio e che sempre si è sentito amato e protetto da lui.

Don Antonio Caricato era Squinzano e Squinzano era don Antonio Caricato, anche per la diocesi e per i paesi limitrofi.

Al termine del rito religioso, trasmesso in diretta da Portalecce (GUARDA), la bara viene portata a spalla dai sacerdoti, alcuni dei quali lui stesso ha accompagnato nella scoperta della loro vocazione sacerdotale.

Il cuore di tutti i presenti trema, i tocchi delle campane della matrice scandiscono questo momento, la storica polifonica accompagna con un canto mariano l’uscita della salma, la gente applaude il suo forte e indimenticabile arciprete. All’uscita dalla chiesa il sole brilla alto e riscalda i volti di una folla intera che ha raggiunto il sagrato per un ultimo saluto: la salma di don Antonio viene posizionata nel carro e lentamente lascia la piazza. Un ultimo applauso e un ultimo sguardo… È l’ultimo bacio della “sua amata e unica sposa” prima di riposare nella terra.

Ciao don Antonio! Dal cuore di Dio continua a pregare per noi.

Di seguito il messaggio che Gabriella Resta, come estremo saluto, ha letto al termine della liturgia funebre.

Perdere un pastore per una comunità di credenti significa che viene a mancare un riferimento importante, una guida sicura, una stella polare!

Per Squinzano e per le nostre comunità parrocchiali don Antonio, nei suoi 42 anni di vita di pastore e poi anche dopo aver lasciato la nostra città, ha significato proprio questo ed oggi con questo sentimento di gratitudine immensa eleviamo al Signore la nostra preghiera di suffragio per lui.

Per una gratitudine che non ha pari, per la sua presenza attenta, vigile, premurosa, accogliente nella vita di ciascuno della comunità e della stessa comunità, ma al tempo stesso presenza e riferimento importante nella vista della nostra Squinzano.

Don Antonio è stata una guida saggia, un approdo sicuro, un pastore amato, sempre disponibile e cercato tante volte nelle mille difficoltà della vita.

Noi ti diciamo grazie don Antonio e ti affidiamo alla patria dei Giusti come servitore fedele e buono. Noi continueremo a volerti bene e dirti ancora e sempre grazie! Tu prega per noi, per le nostre comunità, per la nostra Squinzano che hai tanto amato e alla quale continuerai a voler bene. Arrivederci in Paradiso, caro don Antonio.

La tua amata Squinzano!

 

 

 

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