Intenso e toccante il momento di preghiera vissuto ieri sera nella comunità parrocchiale di Santa Maria delle Grazie di Squinzano.
Visibilmente commosso, l’arcivescovo Michele Seccia ha accolto nella comunità parrocchiale guidata da Fra Salvatore Giardina, la Croce di Cutro, realizzata con i resti del barcone che portava alla speranza di una vita più umana tanti bambini, donne e uomini. Novantaquattro dei quali hanno lasciato la vita nelle acque del Mediterraneo nella notte del 25 febbraio scorso.
Guidati dalle meditazioni di don Tonino Bello, del quale in quest’anno si celebrano i 30 anni della nascita al cielo, tutti i fedeli sono stati accompagnati in una traversata interiore.
Come dice l’arcivescovo, non basta lasciarsi emozionare da questa Croce, o farsi turbare il cuore da ciò che si vede in tv, questa sera, ha aggiunto il presule, dobbiamo lasciarci inchiodare su questa croce, per avere nei nostri cuori gli stessi sentimenti d’amore di Cristo, per riscoprirci fratelli e non più spettatori, per sentire il prossimo non come un problema da collocare, ma come vita da difendere e amare.
Il momento di preghiera si è concluso con la benedizione del pastore: non un congedo finale, ma l’incipit di un nuovo stile di vita, la missione di essere per il mondo, segno visibile della speranza che Cristo ha consegnato a tutti i battezzati.