Un tripudio di devozione, luci e colori, ha caratterizzato l’appena conclusa festa di Maria Regina a Squinzano.
La comunità parrocchiale, insieme al suo parroco don Vanni Bisconti, è riuscita a regalare al quartiere e alla città, momenti non solo di fede e spiritualità ma anche di svago e divertimento.
La festa si è aperta in un clima di raccoglimento e preghiera: i vari cori delle parrocchie cittadine, hanno animato la veglia comunitaria alla presenza di numerosi fedeli, radunati sotto lo sguardo materno dell’antico mosaico del Mellini, che sovrasta il presbiterio della chiesa costruita dal compianto don Nicola Leone.
Alla vigilia della festa la statua della Madonna è stata portata in processione per le numerose vie del quartiere: festoni, luci, coriandoli e fuochi pirotecnici, hanno accolto per le strade il simulacro della Vergine Maria, che da più di 55 anni, veglia su tutto il rione. Al rientro del corteo religioso, è stata officiata la messa presieduta dall’arcivescovo Luigi Pezzuto.
Il giorno della festa numerose sono state le messe in parrocchia e la sera, tra le luminarie e le varie giostre presenti, si sono esibiti in Piazza Passante, Alfio Lombardi e l’Orchestra all’Italiana, la tribute band di Renzo Arbore.
La festa, culminerà venerdì 31 maggio, con la santa messa per ricordare l’anniversario della dedicazione della parrocchia e poi sabato 1 giugno, quando in occasione della chiusura dell’anno catechistico, tutti i ragazzi si recheranno in bici presso la cappella della Madonna di Loreto, nella zona industriale, luogo in cui la Vergine apparve alla pia mugnaia squinzanese, Maria Manca.
“Mentre lodiamo il Signore per averci dato Maria come Madre”, ha detto il parroco don Vanni Bisconti in un messaggio rivolto alla sua comunità, “…e mentre abbiamo celebrato Maria, sotto il titolo di Regina, la cui festa coincide con l'anniversario della dedicazione, desideriamo rivolgerci a Lei con fede e devozione e supplicarla perché volga il suo sguardo materno su di noi, spezzi le catene dell'odio, della violenza, della rassegnazione, che attanagliano l'umanità intera e faccia dei discepoli di Cristo i costruttori della civiltà dell'amore”.