Il 16 gennaio scorso nella cittadina di Novoli è stato acceso il primo falò in onore di Sant’Antonio Abate, un evento solenne di avvio di una tradizione che, come ogni anno, si diffonde in maniera capillare nelle comunità limitrofe.
Il Salento da secoli manifesta una profonda devozione e il pellegrinaggio a piedi continua ad esprimere, in forma plastica, l’intensità con cui i fedeli vanno ogni anno incontro al Santo per rendere grazie o per invocarne la protezione. Ieri sera, come avviene ormai da diversi anni, anche Squinzano è stata teatro dei festeggiamenti in suo onore con la 43^ Sagra del Falò. L’eucaristia celebrata da don Carlo Santoro, la breve processione per le vie del centro, l’accensione della “focara” con la benedizione del fuoco, hanno visto una ampia partecipazione della comunità cittadina.
Le temperature miti di questi giorni hanno favorito l’incontro degli squinzanesi intorno al fuoco in un abbraccio virtuale e solidale con i tanti cittadini albanesi costretti a scaldarsi per strada, al fuoco appunto, a causa del terremoto dei giorni scorsi. Si è trattato di un momento particolarmente intenso e le parole dall’arciprete Santoro hanno guidato i fedeli riuniti a riflettere sul valore e la forza della solidarietà e della carità cristiane.
La serata, dopo i tradizionali fuochi d’artificio, è stata allietata da un artista che si è esibito imitando il cantante Renato Zero con alcuni dei suoi successi più famosi. I convenuti hanno potuto degustare i tradizionali piatti della cucina salentina legati alla devozione di Sant’Antonio: “ciceri e tria” e “pezzetti di cavallo”. Il ricavato dell’iniziativa è stato devoluto alla Caritas diocesana a sostegno delle vittime del terremoto in Albania.
Paolo AndrianiLa dedica del volume di Paparella ai nipoti, “A Viola, Anita e Nicola puntando lo sguardo verso il loro futuro” è un’affermazione di speranza nel futuro che molto dipenderà dal senso di responsabilità a cui il libro richiama. In proposito mons. Semeraro conclude la presentazione, citando Sant’Agostino: “Tempora mala non faciunt nisi homini mali”(sono gli uomini malvagi a rendere i tempi malvagi).