Nei giorni scorsi nella chiesa parrocchiale di Mater Domini di Squinzano è stato presentato il volume “Squinzano in preghiera” curato dal prof. Antonio Luigi Carluccio.
Si tratta di una raccolta sistematica di preghiere e invocazioni che nella cittadina salentina vengono utilizzate (tridui, novene, processioni, devozioni particolari) nelle memorie e nelle feste dei santi e della Madonna.
L’incontro è stato aperto da un intervento di don Alessandro Scevola, parroco di San Nicola e Mater Domini, a seguire lo stesso autore ha evidenziato la scelta di questo testo che inizialmente voleva essere una semplice dispensa, poi ha avuto questa diversa sistemazione, inserendo anche le varie ricorrenze dentro l’anno liturgico.
L’autore ha messo in evidenza come l’esperienza religiosa nasce e si sviluppa nel tempo grazie all’opera pastorale di vescovi, sacerdoti, diaconi, religiose, laici, grazie anche ai movimenti, alle associazioni presenti nelle comunità parrocchiale, unitamente ai circoli e alle confraternite. Essi hanno tramandato nel tempo la memoria storica e implicitamente evangelizzato il popolo, generando una certa identità cristiana. Hanno scandito e rafforzato nell’arco degli anni quella sensibilità religiosa che fortifica la fede di ciascuno. Le feste come la Madonna del Garofano, dell’Annunziata, San Vincenzo, San Nicola, i Santi Medici, Sant’Antonio… arricchiscono la fecondità dell’anno liturgico.
Sono il segno che la secolarizzazione diffusa non ha cancellato quei valori religiosi neanche in questi tempi di pandemia.
L’originalità del testo consiste nell’aver messo insieme solennità, feste, memorie dei santi che vengono maggiormente celebrate. Un paradigma tanto speciale da meritare alla comunità squinzanese, nel 1981 l’appellativo di Civitas Mariana: quattro parrocchie su cinque sono dedicate a Maria.
Una decisa e interessante lettura quella offerta dall’arcivescovo Luigi Pezzuto (già nunzio in Bosnia ed Erzegovina). Ha presentato la pubblicazione come un vero e proprio itinerario di fede del popolo di Dio.
Il triplice riferimento dell’annuncio attraverso la catechesi, attraverso la liturgia come momento celebrativo e attraverso testimonianza della carità come realtà concreta visibile è fondamento che segna la vita dei credenti. Il forte legame della religiosità popolare deve sempre prescindere da chi sia avvicenda alla guida delle comunità, tenendo sempre presente la forza creativa della Parola che si incarna nelle vicende storiche di un territorio.
Don Nicola Macculi, parroco delle due comunità dal 2008 al 2019, ha sottolineato come la vita delle persone trova nella gioia e nel dolore quella forza che accompagna ciascuno nella vita ordinaria. La costruzione del tempio (non solo quello di pietra) è l’elemento essenziale per sperimentare la presenza del Signore nelle periferie esistenziali. Lo sforzo di ciascuno è quello di essere sempre vicini alle famiglie, ai giovani, agli anziani nelle varie circostanze della vita. Dialogare con tutte le istituzioni che si preoccupano per il bene dei cittadini. Ogni tempo ha i suoi punti di forza e di debolezza, la religiosità diventa lievito per consolidare la fede di ciascuno. La crescita umana è anche una crescita cristiana e questo è il compito di tutti. Crescere nella giustizia e nella solidarietà, in quella che Papa Francesco chiama “l’amicizia sociale“ (Fratelli tutti).
Don Gigi Manca, vicario generale della nostra diocesi, ha ribadito, infine, la centralità della vita di ciascuno con l’esperienza ecclesiale. Nella felice coincidenza quel giorno della dichiarazione di venerabilità di don Tonino ha concluso con una preghiera, augurando per ciascuno e di poter vivere anche grazie al lavoro di questo testo il nuovo anno liturgico.