Si è conclusa domenica 23 settembre la missione vocazionale delle suore del Sacro Costato nella parrocchia di Santa Maria del Popolo, a Surbo.
È stata una settimana intensa, ricca di appuntamenti che hanno coinvolto i diversi gruppi parrocchiali e la comunità tutta di Santa Maria del Popolo di Surbo: l’esperienza è iniziata durante i festeggiamenti di Sant’Oronzo, patrono della città, sabato 15 settembre, con il mandato missionario. Ogni mattina, poi, le giovani suore hanno incontrato i bambini della scuola elementare “V. Ampolo” e i ragazzi della scuola media “Elisa Springer”: il ritorno tra i banchi è stato allietato dal “Buongiorno Gesù” con allegri canti e balli per i più piccini, e da incontri durante l’orario scolastico per gli adolescenti.
Interessanti spunti di riflessione ed emozionanti testimonianze sono emerse durante gli incontri con le catechiste e con i giovani della comunità: la vocazione non riguarda soltanto la vita consacrata ma si palesa nella vita di ogni laico perché sempre ed in ogni luogo si è chiamati ad annunciare il messaggio di Cristo con la propria vita, con il proprio lavoro e con i propri talenti.
Un momento di festa interculturale ha animato la serata di sabato 22 settembre, in cui danze e piatti tipici indonesiani si sono alternati alla surbina trianata e alla tarantella.
Durante la messa di chiusura della settimana vocazionale, suor Anna Cocciolo ha rinnovato i voti di povertà, castità e obbedienza in occasione del cinquantesimo anniversario della sua professione solenne. Alla fine della messa le toccanti parole di Suor Anna: ”Sono grata a Dio per essere stata scelta sin dall’inizio della mia vita e per questi cinquant’anni di vita consacrata. Per questo canterò in eterno le meraviglie del Signore.”
Dopo i ringraziamenti di suor Anna, anche suor Iginia Cicala, superiora provinciale, ha espresso il suo sentimento di lode a Dio per la grazia concessa nella settimana vocazionale e ha ringraziato la comunità di Santa Maria del Popolo e il suo parroco, don Mattia Murra, per l’accoglienza e la disponibilità dimostrate. “Ognuno di noi deve sentire il bisogno di seminare il germe della speranza, asciugare le lacrime, soccorrere i bisognosi, fasciare e curare le ferite, consolare chi è nella solitudine. Tutto questo significa essere missionari nella propria casa, sul posto di lavoro, in famiglia, a scuola, in parrocchia: siamo sempre dei testimoni del Risorto qualsiasi sia la scelta di vita che compiamo.”