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Questa sera, 29 giugno, si festeggia a Strudà il sessantesimo anniversario sacerdotale di don Pasquale Rugge, per l’occasione l’arcivescovo Michele Seccia presiederà la celebrazione eucaristica di ringraziamento in chiesa madre.

 

 

 

La comunità di Strudà ha atteso la giornata di oggi e si è preparata a vivere con don Pasquale questo momento partecipando ad un triduo di preparazione, articolato in tre celebrazioni presiedute rispettivamente dal parroco di Strudà don Mino Arnesano, dal vicario generale don Vito Caputo e dal vicario foraneo don Luca Nestola. Ma la comunità di Strudà non è l’unica ad essere al fianco di don Pasquale in questo momento, numerosi fedeli dell’arcidiocesi, infatti, vivono con affetto ed emozione questo momento. Tra questi anche numerosi parrocchiani di Borgagne, dove don Pasquale ha svolto il suo ministero dal 1992 al 2004, rendendosi promotore di numerose opere come la costruzione dell’oratorio ed il restauro della chiesa parrocchiale.

Ma facciamo qualche passo indietro. Don Pasquale è nato 87 anni fa ad Acaya il 15 novembre del 1937. Dopo aver compiuto gli studi e la formazione al sacerdozio nei seminari di Lecce e Molfetta, il 5 gennaio 1964 venne ordinato diacono dal vescovo Francesco Minerva il quale lo consacrò presbitero il 29 giugno dello stesso anno.

Appena ordinato fu nominato vicario cooperatore della parrocchia di Melendugno e qui vi rimase per ben dieci anni quando gli venne affidata la parrocchia di Frigole. Fu un passaggio breve, soli due anni. Nel 1976 venne nominato parroco di Strudà: ha guidato quella comunità per ben 17 anni prima di essere trasferito alla guida della parrocchia di Borgagne da lui retta fino al 1° ottobre 2004. L’ultima tappa del suo ministero di parroco è stato segnata dal suo ritorno a Strudà. In contemporanea, a lui l’arcivescovo Ruppi assegnò anche le parrocchie e Pisignano e Vanze.

In curia don Pasquale ha anche ricoperto i ruoi di segretario dell’Ufficio amministrativo diocesano e di responsabile dell’Ufficio per i beni culturali. Intenso il suo servizio ventennale (1976-1996) come cappellano dell’ex ospedale psichiatrico di Strudà.

“Il breve periodo di don Pasquale Rugge alla guida della Parrocchia di Santa Maria Goretti in Frigole - scrive Giuseppe Amalfitano in Rivista letteraria (XXXVI - ½) - resta come qualcosa di indelebile nel cuore di tutti. Il sacerdote di Acaya portò una ventata di ‘gioventù’ che andò ad ‘infettare’ anche gli anziani. Si vissero momenti ‘nuovi’ nello spirito prettamente post-conciliare, e la partecipazione dei laici ‘nella’ e ‘alla’ vita parrocchiale diventava una cosa bella e concreta. Don Pasquale realizzò per sé due stanzette con cucina accanto alla sacrestia, lasciando alle riunioni e alla vita dell’Azione cattolica l’ampio appartamento riservato al parroco al primo piano della struttura dell’Ente Riforma. Il suo stile di vita semplice, quasi francescano e la sua capacità di relazionarsi senza problemi con tutti lo resero popolare. Si voltava pagina, insomma! E noi giovani fummo coinvolti nelle varie attività. Prese vita una filodrammatica (con regista il parroco stesso) per la rappresentazione nel Circolo Assegnatari di opere teatrali, principalmente in dialetto. Il Circolo divenne pure cinema con varie proiezioni seguitissime (d’estate si proiettava nell’ampio cortile della chiesa di Frigole). La casa parrocchiale era aperta a tutta la comunità e non furono rare le cene sociali, qualche volta anche improvvisate ma riuscitissime. A Natale grande interesse ci fu intorno alla gara dei presepi in famiglia: parroco in testa, ci recavamo nelle varie case e, quasi ogni sera, ci fermavamo a cena presso qualche famiglia”.

Oggi, dunque, con la celebrazione delle 19, la comunità di Strudà, le autorità civili del comune di Vernole e i tanti fedeli della diocesi che hanno conosciuto il suo operato, si uniranno alla gioia di don Pasquale, rendendo grazie al Signore per i frutti prodotti dal suo ministero sacerdotale.

 

 

 

 

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