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Dopo mesi di lavoro, interrotto solo dalle giornate di maltempo e dai sopralluoghi concordati con la Sovrintendenza, la ditta Domus costruzioni di Calimera ha smontato la sua impalcatura e la chiesa parrocchiale di Vernole torna a mostrare lo splendore della sua facciata settecentesca.

 

 

 

I lavori di consolidamento e di restauro si sono resi necessari dopo il cedimento di alcuni frammenti del cornicione superiore, che nel febbraio del 2017 aveva allarmato i fedeli che entravano in chiesa per la messa domenicale. In realtà, a vent’anni dall’ultimo intervento di restauro conservativo, alcune zone dell’ampia e articolata superficie presentavano importanti segni di degrado, dovuti alle intemperie e all’infestazione dei volatili.

Il progetto, curato dall’arch. Elia e dall’ing. De Filippi e co-finanziato dalla Cei e dalla parrocchia di Vernole, restituisce alla comunità vernolese e a tutti i fedeli e visitatori il prospetto principale della chiesa parrocchiale intitolata a Maria Santissima Assunta, costruita nel 1730 su un precedente edificio.

Si può così tornare ad ammirare un autentico capolavoro del barocco leccese, realizzato secondo i canoni di quel tempo: una facciata riccamente decorata e tripartita da due trabeazioni orizzontali.

La parte inferiore comprende tre nicchie con le statue in pietra dei Santi Patroni della città e della diocesi: Oronzo, sul portale d’ingresso, Giusto e Fortunato, ai lati.

Nella parte centrale campeggia un grande finestrone finemente lavorato, affiancato, a destra e a sinistra, da altre due nicchie, con le statue allegoriche della speranza e della carità.

Il timpano, racchiuso nella cornice superiore, è sormontato da una terza statua che rappresenta la fede.

Costruito in direzione est-ovest, l’edificio sacro rivela il suo prospetto principale solo a coloro che, giunti al largo della Santa Croce, si trovano davanti la facciata che si erge sull’antico centro storico fino a un’altezza di circa 20 metri e, proprio per questo effetto sorpresa, conserva l’originario impatto di 280 anni fa.

Il progetto, approvato dalla Sovrintendenza di Lecce, include il ripristino dell’impianto elettrostatico attivato nel 1999, che, nel rispetto delle normative vigenti, è volto a tutelare il bene architettonico, e coloro che lo frequentano, dall’infestazione dei volatili.

 

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