Il 29 giugno rappresenta una data di riferimento per le antiche tradizioni delle comunità rurali del Salento, in particolare per la devozione e la pietà popolare che nei secoli hanno vissuto tra i tanti fedeli legati alla figura di San Paolo Apostolo.
Il borgo di Acaya, infatti, da sempre vive un’atmosfera di festa in questo giorno, non solo per la solennità che interessa direttamente i residenti della frazione di Vernole, ma anche per le caratteristiche storiche di questo culto, che negli anni hanno rappresentato un riferimento per l’intero territorio.
“Dopo un anno di pandemia - precisa il parroco di Acaya, don Valentin Diac - , il desiderio di tornare a riviere la vita in modo normale, spinge le nostre comunità a tornare a vivere le festività come una volta. Ma purtroppo, quando pensiamo a vivere come una volta, spesso ci riferiamo solo alla parte esterna, e non a quella interna. Per vivere interiormente, in modo nuovo, seve la grazia e lo Spirito Santo”.
“Cosa ha fatto di innovativo San Paolo, apostolo delle genti? – si chiede concludendo don Valentin -. Rimaniamo infatti sbalorditi del fatto che proprio San Paolo non si è inventato nulla di nuovo, anzi, ha fatto vedere come vive Paolo rispetto a come viveva Saulo. Tutto parte da una domanda, dal desiderio di aprirsi a questa voce che lo chiama, l’ingresso nella comunità da parte di Anania. Una volta rialzato da terra e dopo essere stato chiamato fratello da Anania, San Paolo ha fatto vedere un cammino diverso rispetto a quello che era di Saulo. Tutta la novità di San Paolo è in questo, saper camminare da salvato, da risorto, aprendo gli occhi alla vita divina, alla vita eterna, tanto da arrivare ad esclamare che non è più lui a vivere, ma è Cristo che vive in Lui”.
La cappella intitolata a San Paolo, ad Acaya, è ubicata fuori dalle mura della città fortificata, all’inizio della strada che conduce a Vanze. Le celebrazioni invece, domani si terranno tutte nella Chiesa Madre della frazione, alle 7.30, alle 11 e alle 19.